lunedì 30 gennaio 2017

Riposare vuol dire ....


Sarà l’età, sarà che il 2016 ha portato in dono per tutti una serie di nuove incombenze, di guai, piccoli se presi uno per uno, ma impegnativi se affrontati tutti insieme, e di conseguenti preoccupazioni, sta di fatto che, quando, a dicembre, ci siamo domandati cosa fare durante i pochi giorni di ferie natalizie, non abbiamo nemmeno preso in considerazione l’idea di una piccola  vacanza come quella che ci aveva incantato l' anno prima  nell’Umbria dei borghi silenziosi e degli uliveti immersi nella nebbia.
Tutti e tre abbiamo dato un’unica concorde risposta: vogliamo riposare…
E per chi, come me, sente di solito la sveglia squillare prima delle sei e apre gli occhi sul buio più profondo, riposare vuol dire svegliarsi alle otto, con la luce che già entra dalle finestre mai chiuse oppure permettersi il  lusso di fare colazione presto, prestissimo, ma con un libro ricevuto in regalo e alternare, senza l’obbligo di tenere d’occhio l’orologio, una pagina a una fetta di pane e marmellata…..


Riposare vuol dire visitare una mostra senza fretta con il sig. Darcy  (la Pulce è coi cugini e fermarsi a casa della zia è un regalo bello come quelli sotto l’albero), cogliere luci insolite in città e entrare nella chiesa, quasi nascosta, della quale, negli anni da studentessa universitaria, mi sono limitata  a vedere l’abside, scoprendo che ci si può sempre sorprendere e che ogni sorpresa ne nasconde un’altra.
Riposare vuol dire anche cucinare con calma, uno di quei piatti che tornando a casa dall’ufficio in settimana, in una giornata qualsiasi, proprio non si possono preparare.

Risotto alla milanese con gli ossibuchi in gremolada 


Ingredienti

4 ossibuchi di vitello
mezza cipolla
una piccola carota
una gamba di sedano
150 g di polpa di pomodoro (facoltativa)
la scorza grattuggiata di mezzo limone non trattato
una manciatina di prezzemolo
mezzo spicchio di aglio (o uno piccolo)

riso
zafferano
brodo 
olio extravergine
burro

Procedimento

In una padella ampia rosolare con un po' di olio gli ossibuchi appena appena infarinati; quando sono rosolati sfumare con un po' di vino bianco a e aggiungere carota, cipolla e sedano tritati finemente.


Far cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti, quindi aggiungere la polpa di pomodoro e continuare la cottura  a fuoco lento, fino a che la carne è tenera e si stacca quasi dall'osso ( un'ora abbondante), aggiugendo un po' di brodo o di acqua calda.
Mentre gli ossibuchi cuociono, preparare il risotto allo milanese (io lo preparo così) e il trito di prezzemolo, aglio e scorza di limone.


Poco prima che il riso sia pronto, ben legato e non scotto, aggiungere agli ossibuchi il trito preparato, mescolando bene l'intingolo.


Mantecare il riso e servirlo caldissimo, appoggiando su ogni piatto un ossobuco e il suo intingolo, anche loro ben caldi.

Nota a piè di pagina n. 1: il pomodoro è un di più... io preferisco la versione "in bianco" 

Nota a piè di pagina n. 2: risotto e ossibuchi devono essere pronti insieme; se il primo aspetta si trasforma in un pasticcio colloso; se sono costretti ad aspettare i secondi che si raffreddano, rischiano di diventare duretti e filamentosi...per un piatto così sono i commensali a dover aspettare,,,,,

Nota a piè di pagina n. 3:  i ritmi sono tornati quelli di sempre, ormai: sveglia all'alba e a letto tardi, colazione senza libro ma con pane e marmellata.

venerdì 13 gennaio 2017

Ho trovato il tempo


Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull'orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

Elli Michler

Questa poesia, se avessi avuto tempo di scriverlo, sarebbe stato il mio post di inizio anno e questo è l'augurio  che  ho fatto  a me stessa.
E questa sera, per la prima volta da tanto, con un pizzico di follia, il tempo l'ho trovato: per scrivere, ma - ancora prima - per guardare le stelle.
Sarebbe stato più saggio stirare, visto che la montagna di panni asciutti ha raggiunto un'altezza di tutto rispetto  che giustificherebbe - se potesse vederla - i dubbi di mia madre sulle mie doti domestiche; sarebbe stato più importante dedicarmi al regalo per il "genetliaco del re" che incombe, sarebbe stato doveroso inscatolare le decorazioni natalizie che, smontati albero, presepio, addobbi e ghirlande, alloggiano ancora provvisoriamente in vari cesti....
Sarebbe stato, appunto.... ma di fronte alla nevicata che  ci ha colti quasi di sorpresa, non abbiamo saputo resistere e, senza badare alla  montagna di panni, al compleanno che si avvicina, alle decorazioni ancora senza fissa dimora, riordinata la cucina quel tanto che era necessario per sentirmi a posto con la coscienza, ho seguito la Pulce e il sig. Darcy con gli scarponi ai piedi.
E ho trovato tempo per guardare le stelle.....


E la ricetta?
Pesco dalla miriade di foto quelle di una non ricetta, un capriccio dei tempi che furono: sarebbe stata perfetta stasera, ma il tempo per la polenta proprio non c'era.....

POLENTA E LATTE



Preparare la polenta che accompagnerà brasato o ossibuchi o spezzatino o quel che volete (io la preferisco con la farina bramata, piuttosto rustica).
Rovesciarla sulla tafferia  e, quando è ancora caldissima, tuffare 2 o 3 cucchiaiate di polenta in una tazza di latte freddo (non gelato). Zuccherare a piacere e mangiare subito.

Nota a piè di pagina n. 1: chi abbiamo trovato in giro per il paese? nessuno.... porte e finestre già chiuse per tutti (non sanno cosa si sono persi)


Nota a piè di pagina n. 2: il genetliaco del re è il compleanno di mio padre.

Nota a piè di pagina n, 3: ovviamente questa è una frivolezza che in casa Fiordisambuco mangiamo solo io  e il re...