Mia madre, veneta e appassionata lettrice delle commedie goldoniane, diceva che la mia ostinata timidezza rischiava di farmi passare per "rustega", cioè poco incline alle umane relazioni, come gli "omeni salvadeghi" della omonima commedia.
Quella timidezza che spesso mi ha reso vittima di chi era più estroverso e brillante, ha veramente contribuito alla mia fama di scontrosa e antipatica, altezzosa e scostante quando in realtà i silenzi mascheravano la paura e l' insicurezza.
Adesso, passati i quaranta, con l'età e l'esperienza e con la maternità che forse mi ha ammorbidito (in tutti i sensi...), cerco, magari non sempre con successo, di tenere a bada quella timidezza che è ancora parte di me e che mi porta a non cercare mai le luci della ribalta e mi chiazza di rosso il decolletè ogni volta che apro la bocca in pubblico.
Forse oggi mia madre non direbbe più che sono rustega perchè "selvatica", ma solo che sono rustica perchè - letteralmente - campagnola....
Rustici perchè poco raffinati e indubbiamente campagnoli sono anche questi frollini con i quali partecipo alla sfida n. 56 dell'MTC al centro della quale questo mese ci sono i Biscotti di Dani & Juri del blog Acqua e Menta.
CUORI RUSTICI PER LA PRIMA COLAZIONE
Come sempre niente voli pindarici nè esperimenti ma una collaudata pasta frolla tradizionale, resa più "rustica" dall'aggiunta di una parte di farina gialla, più friabile con un po' di lievito e più profumata con l'amatissimo fior di sambuco.
Ingredienti
(per una cinquantina di biscotti)
200 grammi di farina bianca
100 grammi di farina gialla fioretto (la più sottile che riuscite a trovare)
50 grammi di farina gialla a grana grossa
(la mia , regalo di una zia di mio marito che ha ancora un campo di "carlon" è molto irregolare)
150 grammi di burro
150 grammi di zucchero a velo
1 uovo
2,5 grammi di sale
1 cucchiaino colmo di lievito per dolci
per guarnire
3 / 4 cucchiai di zucchero semolato
2 / 3 fiori di sambuco essiccati
Procedimento
Tirare fuori il burro dal frigorifero in modo che si ammorbidisca e setacciare bene, miscelandole, le farine e il lievito. In una ciotola ampia mescolare il burro e il sale e quindi unire lo zucchero e l'uovo e lavorare (io, poco tecnologica, a mano) fino ad ottenere un composto uniforme, quindi unire le farine setacciate e miscelate con il lievito, ottenendo - senza lavorarlo troppo - un impasto omogeneo e compatto.
Lasciar riposare in frigorifero per un'oretta.
Bagnare e strizzare bene uno strofinaccio pulito (che non sappia nè di lavanda nè di ammorbidente); mescolare su un piatto lo zucchero semolato e i fiori di sambuco sgranati.
Stendere metà dell'impasto (lasciando l'altra metà a riposo al fresco) ad un altezza di circa 3 -4 mm, ritagliare i biscotti con una formina; appoggiare ogni biscotto qualche secondo sullo strofinaccio bagnato e quindi - con lo stesso lato inumidito - appoggiarlo sullo zucchero.
Disporre i biscotti su una teglia rivestita di carta da forno, con il lato zuccherato verso l'alto e cuocere in forno preriscaldato a 180° - 190° per 10-15 minuti al massimo (devono essere dorati, non troppo abbronzati). Procedere allo steso modo con il rimanente impasto.
Far raffreddare i biscotti su una gratella; conservare in una scatola o in un barattolo ben chiuso.
Nota a piè di pagina n. 1: Distanziare i biscotti sulla teglia perchè lievitano un po' in cottura
Nota a piè di pagina n. 2: Non sono biscotti raffinati per un tè con le amiche , ma vanno bene per la colazione o per una merenda, con un libro in mano. Del resto qui siamo tipi rustici .....
Nota a piè di pagina n. 3: La Pulce si lamenta che suo padre è "brusco" e , in effetti, il signor Darcy non usa inutili perifrasi nè moine che addolciscano quel che deve dire e il tono, franco e diretto (a volte troppo franco), rischia di far percepire un semplice osservazione come un rimprovero....tra una madre "rustega" e un padre "brusco" il poverino non è messo bene....