Giorno 1, cucina di casa Fiordisambuco, mattino verso le ore 7.30
La Pulce fa colazione e io preparo il cestino del picnic da ufficio per me, il sacchettino della merenda per lui e lascio in bella vista il pranzo con le relative istruzioni per il sig. Darcy, che è a casa convalescente dopo un piccolo intervento e che è a suo agio tra pentole e fornelli quanto io lo sono su una via ferrata.
"Mamma, ma tu lo sai chi è Lady Gaga?"
"Bah, sì so chi è....però non è il mio genere ...."
"E certo mamma, si sa che tu non sei moderna...."
Giorno 2, bus delle ore 13.15, stracolmo di studenti, che mi consente di tornare in ufficio dopo avere fatto la spesa durante la pausa, senza timbrare in ritardo, visto che - come si diceva sopra - il sig. Darcy è convalescente e quindi io sono appiedata e costretta a a rapide puntate al supermercato nei ritagli di tempo.
Con la borsa sulla spalla, la sportina gialla della spesa a mano, nell'altra mano un romanzo per passare il tempo dimenticando l'odore di adolescenti dei miei compagni di viaggio, i capelli per una volta a posto, senza striature bianche, trucco leggero, salgo sul bus senza arrancare e, con la nonchalance di chi i mezzi pubblici li prende da una vita, trovo l'equilibrio giusto per affrontare i dieci minuti di viaggio.
Una mano con le unghie dipinte si appoggia lieve sul mio braccio: " Si vuole sedere signora?"
Giorno 3, aula del doposcuola della Pulce, pomeriggio verso le 18.00
La solita borsa sulla spalla, borsa delle varie ed eventuali, abitino nero da ufficio, calze colorate ( un pizzico di follia nel mio sobrio abbigliamento). Mentre sono sulla porta dell'aula, saluto con la mano libera il maestro del dopo scuola (santo ragazzo) e cerco con gli occhi la Pulce, impegnato nello scambio di "birlinghini", come nel lessico famigliare di casa Fiordisambuco si chiamano i pupazzetti stellari della nota catena di supermercati con la consonante lunga; una bimba di prima mi guarda e innocente mi dice "Ciao, tu sei la nonna di chi?"
Va bene, d'accordo, ho capito...... adesso però ho diritto a una piccola consolazione
Tortine all'arancia
(adattamento nella forma, ma non nella sostanza, della ricetta
"Ciambella all'arancia e olio di oliva" tratta da Fragole a Merenda di Sabrine d'Aubergine)
Ingredienti
250 g di farina bianca 00
125 ml di latte
150 ml di olio extravergine d'oliva (il più delicato possibile)
3 uova grandi
3 arance non trattate
125 g di zucchero semolato, più quello per gli stampi
1 bustina di lievito per torte
Procedimento
Imburrare accuratamente uno stampo da muffin (o gli stampini singoli) e cospargere ogni incavo con lo zucchero, facendolo aderire bene al fondo e alle pareti.
Grattugiare la scorza delle arance, facendo attenzione a non intaccare la parte bianca.
In una ciotola ampia lavorare con le fruste elettriche lo zucchero con le uova, fin che sono ben montate, aggiungere il latte e l'olio e lavorare ancora rapidamente.
Unire direttamente nella ciotola la farina e il lievito mescolati, mescolare ancora con le fruste per un minuto, aggiungere la buccia d'arancia grattugiata dando un'ultima mescolata.
Riempire ciascuna cavità dello stampo per circa 2/3.
Cuocere per una mezz'ora in forno già caldo a 200°, abbassando la temperatura a 180° negli ultimi 10 minuti, facendo attenzione a che le tortine non si scuriscano troppo.
Sfornare a lasciar raffreddare una decina di minuti prima di toglierle dallo stampo.
Nota a piè di pagina n. 1: queste tortine che non mi vengono mai con la cupoletta da muffin, sono sofficissime e straordinariamente profumate: non fanno ringiovanire ma consolano e riconciliano col mondo....
Nota a piè di pagina n. 2: per riconciliarsi con il mondo è ottimo anche questo rimedio
Mozart, Concerto n, 3 KV 40; si sa che non sono moderna!