sabato 31 dicembre 2016

sabato 24 dicembre 2016

Buon Natale!


Nella mia casa addormentata
(la neve turbina all’invetriata)
Tutto è silente.
Già aria si sente d’attesa
Babbo Natale con le sue renne presto verrà….


La mia casa non è (ancora) addormentata e non nevica.
Non c’è silenzio, anzi… dalle pentole al gatto tutti contribuiscono  a far rumore
Il Silenzio arriverà tra qualche ora, quando la Pulce – per l’ultimo anno (credo) ancora bambino avvolto dalla magia natalizia – si sarà addormentato, il sig. Darcy sarà rientrato dal suo turbinio di auguri ai parenti più anziani e io potrò finalmente  fermarmi in attesa che, nonostante l’età, le disillusioni, le preoccupazioni, Natale arrivi, ancora una volta, a dispetto di ogni ostacolo.

E a tutti voi che passate per la mia cucina disordinata, che profuma di cannella, di burro, di patè e di lievito di birra, e mi trovate indaffarata, più spettinata del solito o che decidete di fermarvi un momento in soggiorno, che miracolosamente rimane in ordine, con il suo vestito natalizio e le mille lucine dell’albero, del presepio e delle candele, auguro un Natale  che sia al tempo stesso gioia e raccoglimento, festa e silenzio, attesa e arrivo.

Buon Natale a tutti

Claudette

giovedì 1 dicembre 2016

1° dicembre


.....è bene tornar bambini qualche volta e non vi è miglior tempo che il Natale.... 

C. Dickens


Il calendario dell'Avvento e, a dispetto di tutto, ritorno bambina.

mercoledì 9 novembre 2016

Mamma di un figlio maschio


Come mamma di un figlio maschio sotto i dieci anni
- so tutto sui dinosauri e potrei tranquillamente sostenere una conversazione con un paleontologo discutendo del cervello del diplodoco e di quali suoni emettesse il parasaurolofo;
- sono in grado di disquisire di motori e cilindrata delle auto (non importa se non guido e la famiglia viaggia su un utilitaria: il pargolo sogna in grande)
- ho imparato alcune nozioni base di calcio sulle quali avevo potuto sorvolare per anni nonostante un marito appassionato e - ai tempi – sportivo praticante;
- so che la sera in cui il pargolo torna a casa dall’allenamento, il bagno si riempie di ghiaietta perché qui siamo un po’ sottosviluppati e il campo di allenamento è in terra battuta
- compro i pantaloni della tuta in stock perché prima o poi (più prima che poi) cedono sulle ginocchia
- ho scoperto che la Pulce e i cugini si divertono a fare versi inimmaginabili, che diventano una forma base di comunicazione;
- ho capito che diventerò una suocera….
- ho imparato che i videogiochi hanno un fascino potente e che devo mettere in atto ogni forma di resistenza per non cedere alle richieste di PS (che non è la Polizia di Stato) e Wii  capaci di trasformare bambini sani e razionali in piccoli alienati dimentichi di sé e del mondo circostante;
- ho toccato con mano che il gruppo ha un fascino altrettanto potente e che il proverbio del nonno “Pissa ün, pissen tücc” (fa pipì uno, fan pipì tutti) ha un fondo di verità innegabile;
- ho imparato che le mamme altrui sono sempre "più", soprattutto se dicono sempre sì.....
- ho scoperto che ogni tanto sul diario non compaiono solo voti belli, ma anche qualche nota;
- ho provato l’ebbrezza del colloquio con le insegnanti, al termine del quale, ribadite le note positive sul rendimento, mi è stato detto che il pargolo nel silenzio della classe cantava per conto suo e pare che la medolodia non fosse Mozart e il testo dell'opera immortale non fosse particolarmente edificante .....

Come mamma di un figlio maschio sotto i dieci anni ho capito che ogni tanto è meglio rifugiarmi in cucina.
Come mamma di un figlio maschio sotto i dieci anni ogni tanto ho bisogno di una fettina di torta da mangiare in religioso silenzio e in solitudine, per meditare su cosa mi aspettea  come madre  di un figlio maschio sopra i dieci anni.

TORTA DI RICOTTA E MELE

Ingredienti

Per la base
Pasta frolla (partendo da 300 g di farina bianca)

Per il ripieno
2 mele renette
4 cucchiai di marmellata (io preferisco quella di prugne, mio padre sostiene che nella ricetta originale di Frau si prevede marmellata di lamponi, ma se volete usare quella di fragole la torta è buona lo stesso)
500 grammi di ricotta vaccina
3 uova
1 cucchiaio di farina
3 cucchiai di zucchero
Una manciata di uvetta


Preparare la pasta frolla; imburrare e cospargere di pan grattato o biscotto grattugiato (oppure rivestire con la carta forno) una tortiera ad anello col fondo mobile e rivestire con la pasta frolla, creando un bordo abbastanza alto.

Nel frattempo, accendere il forno a 200°, sbucciare le mele e tagliarle a fettine sottili
Stendere la marmellata sul fondo della torta, ricoprire con le fettine di mela disposte a cerchio.


In una ciotola mescolare la ricotta con la farina, lo zucchero e  i tuorli d’uovo , aggiungendo alla fine le uvette precedentemente fatte rinvenire in acqua (o acqua e rum), asciugate e infarinate e,gli albumi montati a neve adagio mescolando dal basso verso l’alto, 


Versare la crema di ricotta sulle mele e livellare.   Ripiegare il bordo, eliminando la pasta in eccesso. 


Cuocere  per circa un’ora o comunque fino a che il ripieno si è rassodato  e la pasta è ben dorata.


Nota a piè di pagina n. 1: Frau la chiamava "Torta della Prima Comunione", ma non sappiamo con certezza perchè...

Nota a piè di pagina n. 2:  io sono vagamente stonata, il sig, Darcy lo è decisamente, la Pulce canta... in classe; io ascolto Mozart & C, il sig. Darcy preferisce Springsteen e dintorni, la Pulce... no comment....




domenica 23 ottobre 2016

L'ultimo regalo dell'orto


Quando mi alzo, in una casa ancora silenziosa e fredda, fuori è buio e dalla finestra della cucina,mentre diligentemente spalmo la marmellata sul pane,  non vedo nulla.
Quando sveglio la Pulce, che implora “...ancora 2 minuti, mamma….”  e spalanco le imposte, nel tentativo di accelerare la sua lenta emersione dal mondo dei sogni, il pruno dietro casa è ancora una sagoma scura e le sue foglie, qua ancora verdi, là finalmente gialle o  secche a terra si distinguono appena.
Quando chiamo all’adunata anche il Signor Darcy che – come sempre – lascia che la sveglia trilli e si spenga, una luce pallida entra dalla finestra verso  il bosco e l’orto (le imposte  mai chiuse, perchè non ci sono curiosi nei dintorni, se non un tasso misterioso, un capriolo fantasma e piccoli pennuti….)
Ma a quel punto è tardi per dare  più di un’occhiata fuori, giusto per capire se ci vuole l’ombrello o se, invece, il tempo è ancora mite come nela settimana appena trascorsa…. certo non c'è il tempo sufficiente per valutare se l'orto, oltre alle verze e all'insalata, abbia ancora qualche piccolo tesoro estivo da offrire.
Così capita che il calendario mi dica fine ottobre  e nella mia mente io pensi a zucche e castagne, uva e mele cotogne e alla sera, quando rientro – con una luce che ormai - di nuovo- lascia intravedere solo il contorno delle cose -  io trovi sul tavolo della cucina, nel cestino che mia suocera ha consegnato alla Pulce,  le ultime melanzane dell’orto e un rametto di basilico, l'ultimo prima che le piante vengano sradicate in vista del freddo.

CAPONATA DI MELANZANE DI CASA FIORDISAMBUCO
AFFETTUOSAMENTE DETTA "ACCAPPONATA"

INGREDIENTI


2 melanzane tonde
10/15 pomodorini (che però non sono più dell'orto...)
2 o 3 cucchiaiate di passata di pomodoro (questa sì con i pomodori dell'orto e congelata a cubetti)
una gamba di sedano (o due se sottili)
una piccola cipolla (o uno scalogno grosso)
un cucchiaio abbondante di olive verdi
un cucchiaio abbondante di olive nere
un cucchiaino di capperi 
mezzo bicchiere tra vino bianco e aceto di mele (o aceto bianco per un sapore più deciso)
un paio di cucchiaini di zucchero
olio extravergine
sale 

PROCEDIMENTO

Lavare le melanzane, mondarle e tagliarle a rotelle spesse un po' meno di un cm e poi a cubetti: mettere a bagno in acqua salata per una mezz'ora.


Tagliare la cipolla (o lo scalogno) sottile e il sedano a rondelle e far soffriggere a fuoco bassissimo; aggiungere i pomodorini tagliati a metà e privati dei semi e, quando sono cotti, la passata di pomodoro. Aggiungere alla fine capperi e olive; cuocere ancora pochi minuti e poi lasciar riposare.
Scolare le melanzane e farle stufare in una pentola ampia con poco olio  mescolandole e bagnandole con un po' di acqua calda fino a che sono morbide ma non disfatte.


Unire alle melanzane le verdure preparate e mescolare delicatamente; aggiungere lo zucchero (poco: si può sempre aggiungere e correggere) e bagnare con aceto e vino bianco (poco alla volta, aggiustando il tiro). Far cuocere ancora per dieci- quindici minuti per amalgamare bene i sapori.


Se si asciuga troppo aggiungere poca acqua calda.
Servire la "accapponata" tepida come contorno o tra gli antipasti (io però la mangio da sola con il pane...)



Nota a piè di pagina n. 1: nella caponata vera le melanzane sono fritte,  per questo la mia ricetta farà - appunto - accapponare la pelle ai puristi che, spero, vorranno perdonare questa mia licenza. In  casa Fiordisambuco non si frigge (o si frigge ben poco) per problemi di salute del signor Darcy, che fa un'unica eccezione (semel in anno....) per un fritto misto come Dio comanda e due losanghe di gnocco fritto a fine estate.










giovedì 22 settembre 2016

Per san Michée, la pianta l'è tua , i fichi inn mé



Il nonno (mio padre) dalla fine del mese di maggio, è piuttosto acciaccato; dagli esami risulta che l'anziano signore ha un invidiabile campionario di patologie della colonna vertebrale che farebbero la gioia di ogni ortopedico, di ogni fisiatra e di ogni neurochirurgo e che lo limitano decisamente nei movimenti: fatica a fare le scale, a guidare, a camminare, a chinarsi...è inciampato un paio di volte ritrovandosi con le ginocchia sbucciate come la Pulce che - però - ha un bel po' di anni in meno.
"Sto bene solo sdraiato oppure seduto  bene appoggiato in poltrona" mi dice e, in effetti, ha trascorso l'estate praticamente  senza uscire di casa, rinunciando a un paio di concerti, a una serata all'opera, all'attesa vacanza all'estero, ospite di amici ormai più anziani di lui, ma tanto temerari da prenotare ancora i biglietti per la stagione lirica da un anno con l'altro. 
Qualche giorno fa però, quando sono passata dalla mia casa paterna- come ogni sera  dopo il lavoro - per sbrigare quelle piccole faccende che comportano sollevamento pesi,  piegamenti e allungamenti - il nonno - tutto storto e dolorante ("Ah, oggi va proprio male....") mi ha offerto un bel cestino di fichi, maturi, adagiati su un letto di foglie.
"Sono quelli della nostra pianta, li ha colti la signora C questa mattina ....peccato ... è riuscita a prendere  solo quelli raggiungibili dal balcone..."
E io, ingenua, gli ho creduto...
Sì, perchè i fichi erano effettivamente quelli della nostra pianta, erano solo quelli che si raccolgno dal balcone e la signora C.  - la vicina di casa  - ha effettivamente partecipato alla raccolta, ma tenendo la scala sulla quale si è arrampicato il nonno.....
Per fortuna l'ho a saputo solo dopo, dal signor Darcy al quale il nonno ha confidato la marachella.

I fichi per questa antipasto rapido e veloce, da preparere all'insegna del "presto che è tardi",  invece li ho colti io, sempre dalla nostra pianta, sporgendomi dal balcone quel tanto che basta per arrivare, con un "rampino"  a quelli più lontani, succosi e maturi. 

FAGOTTINI PROSCIUTTO E FICHI


Ingredienti


Una confezione di pasta sfoglia rettangolare
4 fichi maturi ma non sfatti
4 fette di prosciutto crudo
un rametto di rosmarino


Procedimento

Accendere il forno a 220°.
Lavare i fichi e lavarli bene; dividere la pasta sfoglia in 4 rettangoli. Appoggiare su ogni rettangolo un fico tagliato a metà.
Farcire ogni fico con una fetta di prosciutto crudo e qualche aghetto di rosmarino. 


Formare un fagottino con la sfoglia, avvolgendo bene ogni fico. Appoggiare su una teglia rivestita di carta da forno. 
Salare appena in superficie e infornare  per una decina di minuti, fino a che la superficie dei fagottini è ben dorata e croccante.


Servire caldi, accompagnando eventualmente con altre fettine di prosciutto crudo .



Nota a piè di pagina n. 1: conservare i fagittini avanzati in frigorifero perchè i fichi, anche se cotti, fermentano... anzi meglio, mangiateli  tutti così non dovete buttare quel fagottino che vi eravate tenuto da parte per il pranzo in ufficio. 

Nota a piè di pagina n. :2 La mia nonna materna diceva "A sete ani i xe putei, a setanta oncora quei" .... aveva ragione!

Nota a piè di pagina n. 3: lo so che non è elegante dirlo in nota, ma ormai sono in ritardo,anzi, in ritardissimo come il Bianconiglio di Alice...dopo due anni sono costretta a abbandonare l'MTC e le sue sfide mensili. Troppi impegni si sovrappongono per consentirmi di trovare lo spazio per mettere in cantiere ricette che richiedono tempo per cercare e scegliere gli ingredienti e tempo di preparazione, rispettando termini e scadenze; d'altra parte, partecipare raffazzonando una ricetta in qualche modo non è corretto e non corrisponde al mio modo di essere. Ho imparato tanto e tanto ancora imparerò, anche solo leggendo varie proposte e i mille e mille suggerimenti che accompagnano ogni ricetta . Rientrerò in gioco, se le regole lo contemplano, appena mi sarò districata da questo groviglio.


giovedì 15 settembre 2016

Buona scuola a tutti!


Primo giorno di scuola: quaderni con le copertine colorate, pastelli nuovi e profumati, pennarelli di ogni sfumatura... è tutto pronto, anche la Pulce, che dopo un attimo di smarrimento, ritrova i suoi compagni e sparisce tra i tanti bambini che si raccolgono nel cortile, prima che, al suono della campanella, le maestre li richiamino per entrare a scuola.
Anch'io mi attardo, per una volta .....e ascolto,

Mamma n. 1
“Avete saputo? Non c'è più il direttore dell'anno scorso, sì... insomma, il reggente.... del resto meglio così....  considerava la nostra scuola come una succursale della sua…. Dobbiamo preservare l’identità della nostra scuola!”

(Oddio, forse mi sono persa qualcosa: siamo in via di estinzione?)

Mamma n. 2
“Ecco,è il primo giorno e la maestra B oggi già non c'è …. Non sarà mica incinta, perché sai, i bambini fanno la quarta e se cambiano metodo di insegnamento poi alle medie ….”

(Appunto, alle medie, ragazze state calme! mancano due anni…. E la maestra B l’ho vista io venerdì con il materiale scolastico…e se fosse incinta buon per lei: ad essere madri avete diritto solo voi?)

Mamma n. 3
“E sì, quest’anno il maestro, oltre ai nostri per le materie di studio, prende la prima, come insegnante  prevalente…. Ecco, così  punterà tutto sui piccoli e i nostri  saranno abbandonati …..”

(Aiuto! mi sfugge il nesso... perché mai non dovrebbe riuscire a spiegare storia geografia e scienze in quarta se insegna l’alfabeto in prima?)

Mamma n. 4
“Speriamo che ci diano subito il calendario delle festività, perché io mi devo organizzare….”

(Sarà che a me i piani saltano sempre all’ultimo momento ma io sono indecisa se scegliere come motto “  voi non sapete né il giorno né  l’ora” oppure “carpe diem, quam minimum credula postero”)

Fiordisambuco, stai calma, non farti prendere dall'ansia: è stato solo il primo giorno di scuola.....non  sai cosa ti aspetta in questo lungo anno.... Meglio far merenda!

Panini morbidi al cioccolato
(da una ricetta di "Fragole a merenda" 
di Sabrine d'Aubergine)


Ingredienti
(per una decina di panini)
350 g di farina manitoba
1 pizzico di sale
180 ml di latte
60 g di zucchero semolato
50 g di burro
2 tuorli (Sabrine ne usa 3)
una bustina di lievito di birra secco (7 g= 1 cubetto da 20 g di lievito di birra fresco)

un paio di cucchiaiate di crema al cioccolato
un paio di cucchiaiate di marmellata di albicocche
un cucchiaino di latte
granella di zucchero

Procedimento

In una ciotola ampia mescolare la farina e il sale con una frusta a mano e formare un incavo al centro con i bordi alti.
Sciogliere lo zucchero nel latte intiepidito e versare nell'incavo, aggiungere il lievito e mescolare delicatamente in modo che il liquido non si mescoli alla farina.
Sigillare con la pellicola e lasciar riposare per una ventina di minuti, in modo che si formi sulla superficie una schiuma compatta.


Nel frattempo sciogliere il burro a fuoco dolce; sbattere leggermente i tuorli; tenerne da parte due cucchiaini ed unire il resto al burro intiepidito. 
Versare il composto di burro e uovo nel cratere  di farina e mescolare con un cucchiaio incorporando tutta la farina fino a ottenere un impasto uniforme ma piuttosto appiccicoso,
Ungere con un po' di burro il piano di lavoro (che per me è il solito tagliere della polenta, degradato al ruolo di "asse di legno"), trasferirvi la palla di pasta  e coprire con una ciotola, lasciando riposare per una decina di minuti. A questo punto la massa  appiccicosa si è trasformato in un docile impasto che va lavorato per un quarto d'ora circa sbattendolo sul piano di lavoro e ripiegandolo su se stesso e poi con torciture. Al termine della lavorazione l'impasto ha una consistenza liscia e morbida.


Metterlo in una ciotola pulita e imburrata e lasciar lievitare fino a che raddoppia di volume.
Quando l'impasto è pronto, accendere il forno a 220°e preparare una teglia liscia rivestita di carta forno.


Dividere la pasta in 8/10 porzioni. Stendere ogni porzione con le mani o con un piccolo mattarello, senza schiacciare troppo; mettere al centro di ciascuna porzione o di crema al cioccolato o un po' di marmellata (per soddisfare tutti io ne ho fatti 5  con un ripieno e l'altro), piegare a metà o chiudere formando una pallina.


Appoggiare man  mano  i panini sulla teglia, spennellare con il tuorlo diluito nel latte, decorare con la granella di zucchero  e lasciar riposare una decina di minuti. Infornare e lasciar cuocere fino a che i panini sono dorati ( al massimo un quarto d'ora).


Buona merenda e buona scuola a tutti!


Nota a piè di pagina n. 1: è meglio che io porti la Pulce a scuola o con largo anticipo, così non incontro nessuno, o all’ultimo minuto così ho il pretesto del lavoro per scappare via dai crocchi di mamme che diffono il panico... però, a volte, un po' mi piacerebbe potermi fermare a chiacchierare  con qualche mamma, invece che scambiare un saluto frettoloso....

Nota a piè di pagina n. 2: sigillare bene i panini, altrimenti cioccolata e marmellata in cottura si "spantegano"  sulla teglia (ovvero si spargono) e si bruciacchiano


martedì 30 agosto 2016

A ciascuno la sua estate

Ma voi, voi vi ricordate le vacanze dei tempi di scuola? Sì, non le ferie che si chiedono, si contrattano  e e si concentrano in una manciata di giorni ad agosto, ma le vacanze vere, quelle che spettavano di diritto dopo la pagella, quelle trascorse da bambini tra giochi e letture infinite? Quelle vacanze durante le quali il tempo non aveva dimensioni, le uniche preoccupazioni erano i compiti da finire, le immagini dal mondo colori sfuocati e lontani che non lasciavano segno ?

Ecco io quelle vacanze le ho riviste nell'estate della Pulce, che  ha giocato alla scuola estiva, ha vissuto l'esperienza di non essere figlio unico, per la prima volta è stato da solo lontano da casa, ha fatto capricci per imporre i suoi gusti, ha obbedito col muso lungo,ha scoperto che la sua ostinazione non è nulla di fronte alla mia, ha conosciuto amici di carta che  - tanto tempo fa - erano anche amici miei, ha  provato che qualche volta si vince e tante volte si perde, soprattutto ha trovato la sua "casa sull'albero" per dimenticare il tempo, immerso nell'incanto della lettura,


E io? io ho vissuto un'estate in cui ho trovato una dimensione nuova nel mio lavoro, ho cercato la bellezza nelle piccole cose e la meraviglia in un paesaggio che mi è spettacolo quotidiano e che - forse proprio per questo - guardo senza vederlo; un'estate in cui avrei voluto  e non ho potuto, un'estate in cui ho messo da parte progetti e idee per cercare di mantenere impegni; un'estate in cui i sorrisi hanno nascosto preoccupazioni e malinconie, un'estate in cui, mentre  la Pulce corre davanti  a me e mio padre è invecchiato di colpo, riaffiorano i ricordi di tanti estati passate i cui attori hanno ormai  lasciato la scena o cambiato definitivamente  ruolo.


Per fortuna è stata anche  un'estate che ha portato  colori e profumi.....



Gnocchetti al basilico con pesto di pomodorini

Ingredienti

per gli gnocchetti

300 g di ricotta vaccina
250 grammi di farina bianca
10/15 foglie di basilico
1 cucchiaio di acqua gelata
2 o 3 cucchiai di grana
1 uovo


per il pesto

una decina di pomodorini 
3/4 foglie di basilico
1 manciata di pinoli
grana
olio extravergine di oliva

Procedimento

Frullare le foglie di basilico con il frullatore ad immersione con l'acqua ghiacciata.
Mescolare in una terrina la ricotta, la farina, l'uovo, il grana e la cremina di basilico.
Aggiustare di sale ed aggiungere eventualmente un po' di farina se l'impasto è troppo molle (la consistenza dipende anche da quanto è bagnata la ricotta).


Lasciar riposare un quarto d'ora; nel frattempo portare a bollore l'acqua e preparare il condimento pestando i pomodorini lavati, tagliati a metà e privati dei semi con le altre foglie di basilico, la metà dei pinoli il grana e l'olio, in modo da avere un "pesto" piuttosto grossolano.


Buttare nell'acqua in ebollizione salata delle piccole noci di impasto aiutandovi con due cucchiaini ; quando gli gnocchetti (pochi alla volta) vengono a galla prelevarli con il mestolo forato, scolarli per bene. Servire ben caldi con una cucchiaiata di pesto e qualche pinolo.

 


Nota a piè di pagina n. 1 : la ricetta base è quella che mia suocera utilizza per gli gnocchetti di spinaci o di erbette, ma si presta ad infinite variazioni (utili per far mangiare la verdura alla Pulce...)

Nota a piè di pagina n. 2: li volete più "aggressivi"? pecorino romano al posto del grana

Nota a piè di pagina n. 3: non vi dirò mai in quale foto ma in una si vede anche la casa di Fiordisambuco

Nota a piè di pagina n. 4: il miglior antidoto per i pensieri malinconici? le mani in pasta, in senso lato

mercoledì 10 agosto 2016

Meglio come cuoca


 

Lo scenario: uno splendido sentiero con vista sulle Dolomiti, tra prati e cielo

I protagonisti: la famiglia Fiodisambuco

La trama: escursione elementare di maso in maso, dislivello 300 m, in una giornata tersa e perfetta

La musica: monotona melodia per voce sola di cantore col muso lungo ... " Ho caldo ho sete  quando siamo arrivati quanto manca è troppo in salita quando torniamo quando mangiamo ho caldo ho sete quando siamo arrivati quanto manca è troppo in salita quando torniamo quando mangiamo ho caldo ho sete quando siamo arrivati quanto manca è troppo in salita quando torniamo, quando mangiamo ho caldo etc...."

Una brava mamma in queste occasioni non perde la pazienza: io sì.
Ma io, sempre di più, mi rendo conto di non essere una brava mamma.
Sono meglio come cuoca.

Pesce spada in tortiera

Ingredienti
(per una tortiera di circa 20 cm di lato - 4 porzioni)

Per la pasta
250 g di farina bianca
80 g di burro freddo
1 uovo
mezzo bicchiere circa di vino bianco secco

Per il ripieno
3 tranci di pesce spada (alti circa 1 cm)
15 - 20 pomodorini
10 - 15 olive nere
foglioline di timo e origano freschi
pan grattato
uno spicchio di aglio
olio extravergine di oliva

Procedimento


In una terrina impastare, con la punta delle dita,  la farina con il burro freddo a cubetti e l'uovo fino ad avere delle grosse briciole; aggiungere il vino bianco (poco alla volta, non è detto che serva tutto) fino ad  avere una pasta morbida e compatta. Mentre la pasta riposa, tagliare il pesce spada a cubetti di circa 1 cm di lato, dopo aver tolto la pelle ai tranci e tagliare a metà i pomodorini, eliminando i semi.


Rosolare lo spicchio di aglio in una padella ampia con 3 cucchiai di olio; aggiungere il pesce  e far cuocere a fuoco vivace per qualche minuto; togliere il pesce dalla padella con il mestolo forato e far saltare nello stesso condimento i pomodorini tagliati, facendoli appena appassire; unire ancora il pesce, le olive, le erbe aromatiche, aggiustare di sale  e cuocere per pochi minuti ancora per amalgamare i sapori.


Mentre il pesce si raffredda, ungere e cospargere di pan grattato una teglia rettangolare; dividere la pasta in due parti e stenderla in due sfoglie; rivestire la teglia con la sfoglia più grande; versare nell'involucro di pasta un paio di cucchiai di pan grattato, il pesce con le olive e i pomodorini; aggiungere ancora qualche fogliolina di timo e origano; coprire con la rimanente sfoglia stesa, sigillare bene i bordi e punzecchiare la superficie con i rebbi di una forchetta.


Infornare in forno caldo  a 200° e lasciar cuocere per una mezz'ora; la superficie deve essere ben dorata e croccante.
Servire calda.


Nota a piè di pagina n. 1: la preparazione è ispirata  - semplificandola ed adattando gli ingredienti alla mia cucina - . ad una ricetta pubblicata su un vecchio numero di "Sale e Pepe"

Nota a piè di pagina n. 2: "Povero bambino - dirà qualcuno - trascinato controvoglia nella noia di una vacanza in montagna...." e invece no: la vacanza nel maso della sig,ra Z è attesa con gioia dalla Pulce che è rimasto malissimo quando - causa gli acciacchi del nonno - si era pensato di rinunciare per quest'anno. Non solo....non è lui che fa fatica: lui e suo padre affrontano salite e discese come stambecchi,  con passo leggero e ginocchia salde mentre io sembro ormai un appesantito camoscio artitrico. E solo che la Pulce cresce e si impunta: sarebbe così facile cedere ad ogni richiesta, così comodo lasciar correre, così riposante rinunciare a fare quello che desideriamo noi per non sentire lamentele e capricci,... ma .......

martedì 26 luglio 2016

Piccole follie color albicocca


Molta follia è divino buon senso
per chi sa vedere.
Molto buon senso, completa la follia.
Ma è la maggioranza che prevale,
in questo come in tutto il resto.
...

Emily Dickinson



Lo scorso giovedì, mentre accompagnavo il pargolo alla scuola estiva (con gli stessi orari di quella invernale…) mi sono accorta che il poveretto, che camminava qualche passo avanti a me, sfoggiava un ampio squarcio sul retro dei pantaloni ….
”Io in giro così non ci vado!” ha esclamato la Pulce, che, probabilmente, tra qualche anno, vorrà indossare pantaloni con più tagli che stoffa.
Riconoscendo che, in effetti, passare l’intera giornata con una chiappetta  – sia pure rivestita da biancheria colorata – in bella mostra, non sarebbe stato simpatico ho fatto dietro front e - benedicendo la sorte che l’incidente fosse capitato proprio nel giorno di mercato – abbiamo fatto una corsa fino al piazzale dove le bancarelle erano appena state allestite.
Ho comprato il primo paio di pantaloncini di un colore decente, ho chiuso gli occhi passando davanti alle ragazze dei fiori, che esibivano splendi girasoli e e ho cambiato corsia per non passare davanti all’ambulante che ormai conosce i miei gusti in fatto di abbigliamento e che, con la scusa dei saldi, mi avrebbe fatto cadere in tentazione, ma di fronte al grande banco della frutta e verdura, sul quale - tra pesche di varie sfumature, pomodori, anguriette e ciliegie che costano come diamanti – facevano bella mostra di sé albicocche finalmente color albicocca, non ho saputo resistere.

CONFETTURA DI ALBICOCCHE
(volgarmente detta "marmellata")



INGREDIENTI

albicocche ben mature, ma sode, non sfatte
0,6 kg di zucchero semolato per ogni kg di frutta pulita
succo di  limone 

PROCEDIMENTO

Non ero in vena di esperimenti (quante ricette si accumulano in questo periodo!) e ho seguito quindi la ricetta base di mia madre




Lavare le albicocche, privarle del nocciolo e pesarle; in una pentola d'acciaio sufficientemente grande, aggiungere lo zucchero e il succo di limone in proporzione di 0,6 kg di zucchero e un limone per ogni kg di frutta.
Lasciar riposare per un paio d'ore, quindi iniziare la cottura; togliere man mano la schiuma che si forma in superficie e fare attenzione che la confettura non si attacchi sul fondo della pentola.
Per capire se la "marmellata" è pronta versarne un mezzo cucchiaino su un piattino freddo di frigorifero (o viceversa mettere in frigorifero il piattino con poca marmellata): se si rapprende nel giro di poco è pronta.

Invasare e sterilizzare come si preferisce.  




Nota a piè di pagina n. 1: mettersi a fare marmellata quando il tempo da dedicare alla casa  è ridotto al minimo  e della cucina escono piatti da mensa aziendale, lo so, non è dimostrazione di saggezza, però  se " molta pazzia è divino buon senso" sono le piccole follie che illuminano i periodi complicati.

Nota a piè di pagina n. 2: la mia bancarella preferita di frutta e verdura è gestita da padre, madre (anzianotti) e due figli, tutti di ragguardevoli dimensioni, i quali -  come deve accadere nei mercati che si rispettino - si rivolgono alle clienti (me compresa) con un sonoro "Buon giorno stella!"

Nota a piè di pagina n. 3: il nonno  anora fuori  combattimento ha come conseguenza  - oltre che la sospensione della mia cucina 2.0 - anche tempi più ridotti per la  Pulce  che (per fortuna è estate!) è  lasciato un po' più allo stato brado...




sabato 25 giugno 2016

Dove sarà finita?

Stanca del blog?  Fuggita?
Sparita?
In vacanza?
Nulla di tutto questo. ..
Solo alle prese con mille piccoli (e meno piccoli) contrattempi della vita al di qua dello schermo,  non ultimo l'improvviso guasto della connessione internet.
A presto!


lunedì 23 maggio 2016

Uffa, mamma ..... - Pizza Margherita Cheesecake per MTC n. 57


Pulce, é ora di alzarsi!
Pulce, la colazione è pronta!
Pulce, vestiti, veloce! Vuoi arrivare in ritardo?
Pulce, accidenti, lava i denti!
Pulce, nella borsa dell'allenamento c'è tutto?
Pulce, hai capito?
Pulce, ti vuoi muovere?
Pulce, comportati bene!
Pulce, hai fatto i compiti?
Pulce, stai attento a quello che fai!
Pulce, la cartella.... hai preparato la cartella?
Pulce, lava le mani ... è pronto!
Pulce, è ora di mangiare!
Pulce, la pasta si raffredda!
Pulce, ma che pasticci hai fatto?
Pulce, basta TV!
Pulce, accidenti, ho appena lavato il pavimento!
Pulce, metti la felpa! Fa freddo!
Pulce, togli la felpa! Non senti che è caldo?
Pulce, stai bene?
Pulce hai messo il pigiama?
Pulce, è tardi. è ora di dormire!

Uffa, mamma,  sei una pizza...

Vediamola così: la Pizza, rigorosamente Margherita, è uno dei piatti preferiti della Pulce, quindi in fondo "Mamma sei una pizza" è quasi (quasi!) un complimento...
E allora, dove mi sarei aspettata di mettere in scena un variopinto cheesecake con la frutta o un peccaminoso cheesecake al cioccolato, ecco invece, raccogliendo la  proposta di Fabio d'Amore e Anna Luisa Vingiani del blog Assaggi di Viaggio per questo MTC n. 57,  

un cheesecake salato che ricorda i colori e i profumi della pizza Margherita e che sono riuscita a servire in una delle poche giornate di sole di questo fine maggio dispettoso, in cui la cima delle montagne è ostinatamente bianca e il basilico nell'orto stenta...

Pizza Margherita cheesecake 

INGREDIENTI 
(per 3 piccole cheesecakes)


Per i crackers
80 grammi di farina bianca
80 grammi di farina integrale
80 ml latte
100 g di yogurt naturale
1 cucchiaino da caffè raso di bicarbonato
 Un pizzico di sale
Abbondante basilico tritato


Per la copertura
20 – 25 pomodorini
Olio extravergine di oliva
Sale
Una decina di foglie di basilico fresco

Per la crema
Una burrata di circa 250 g (la migliore che riuscite a trovare, senza badare a spese…)
100 g di robiola fresca
 foglioline di basilico fresco

per assemblare la base
60 g di burro sciolto ma non caldo

PROCEDIMENTO

Per  i crackers/gallette  (io li ho preparati il giorno prima) preparare un piccolo soda bread mescolando le farine con il bicarbonato e il sale in una ciotola e in un'altra il latte e lo yogurt con lo zucchero
Versare i liquidi sulle farine, aggiungere il basilico tritato finissimo (o quello secco sbriciolato) e mescolare rapidamente.


Versare l’impasto in una forma da plum cake (circa cm. 13) e infornare a 180° - 200° per una mezz’ora abbondante (deve essere ben asciutto all’interno)
Quando il “pane” è ben raffreddato, tagliarne circa metà lo a fettine sottili, disporle su una teglia rivestita di carta forno e farle tostare da entrambi i lati, senza bruciarle (dieci - quindici  minuti per parte a 180° - 200°), fino a che sono belle croccanti.

Tagliare a metà i pomodorini, svuotarli dei semi, disporli con la parte tagliata verso l’alto in una piccola pirofila, condire con poco olio, sale e le foglie di basilico; infornare a 180° fino a che sono appassiti.

Tenere da parte 6 mezzi pomodorini per ogni cheese cake e passare gli altri eliminando la buccia e le foglie di basilico, ottenendo una salsa morbida e di consistenza uniforme (io ho usato il colino  a maglia fitta schiacciandoli con il cucchiaio). Conservare il condimento di cottura.

Aprire la burrata, prelevare la parte interna e farla sgocciolare bene, avvolgendola in una garza o in un tovagliolo leggero (che non sappia di lavanda o di ammorbidente..), in modo da eliminare tutto il siero. Quando è ben  sgocciolata e compatta, mescolare con  con la robiola, aggiungere un pizzico di sale e qualche fogliolina di basilico.


Tritare finemente i crackers (o gallette come volete….) e mescolarli con il burro.
Rivestire i ramequins con la carta forno, cercando di farla aderire bene e disporre sul fondo uno strato di “briciole” compattandole con il dorso di un cucchiaio. Coprire con uno strato di crema di formaggio e riporre in frigorifero. Essendo tortine piccole basta un’oretta per farle “rassodare”.


Poco prima di servire, estrarre le cheesecakes dai ramequins, appoggiarle ciascuna su un piattino  e sfilare da sotto la carta da forno con cautela. Ricoprire la superficie con la passatina di pomodoro e guarnire con i mezzi pomodorini (parte tagliata verso il basso), una foglia di basilico e un filo di olio di cottura dei pomodorini.
Servire accompagnando con il pane al basilico rimasto



Nota a piè di pagina n. 1: Il freddo della scorsa settimana ha stroncato quasi tutto il basilico dell’orto per cui per i “crackers" ho dovuto far ricorso al basilico secco che viene dall’orto, ma risale all’estate scorsa.

Nota a piè di pagina n. 2: La scelta della burrata nasce dalla mia ostinata avversione per la gelatina e in effetti l’esperimento non è miseramente fallito, come  - da pessimista - avevo temuto; la panna della burrata ben sgocciolata, anche se mescolata con la robiola ha retto bene.

Nota a piè di pagina n. 3: nella  mia cucina l'attrezzatura è piuttosto "basic", quindi niente tortiere ad anello monoporzione né fogli di acetato...ho dovuto ripiegare sui ramequins.

Nota a piè di pagina n. 4: Lo so, sono una pizza e sono anche asfissiante, ma recentemente,  dopo un paio di occasioni di confronto, mi sono rivalutata. ..