giovedì 31 dicembre 2015

giovedì 24 dicembre 2015

domenica 20 dicembre 2015

La sfida di Natale

Pacchetti e regalini sono ancora da incartare
 

i bigliettini di auguri sono in allestimento



le decorazioni invece  sono pronte:  salutano dalla finestra


e sorridono sulla mensola del camino.


Per i biscotti ho chiesto aiuto ad un folletto volonteroso che ha impastato,



confezionato e, per la prima volta, assaggiato con piacere....



Manca poco, pochissimo e io sono alle prese con la mia sfida di Natale: vado, di corsa, perchè i lievitati non aspettano!



La ricetta? La prossima volta, .se avrò vinto la sfida....








mercoledì 9 dicembre 2015

Luci della città

E sì, anche i barbari come noi, quelli che - come dice il Principe mio fratello - continuano  vivere in un posto sottosviluppato, ogni tanto hanno qualche contatto con la civiltà e - complice il nonno che ha regalato alla Pulce il biglietto per "Pierino e il lupo" -  per una volta senza obblighi di orari da rispettare, siamo stati cittadini .....

...curiosi e perplessi di fronte alle storie su diavoli e santi patroni


romantici, perchè un accenno di "scighera" rende tutto più  magico e affascinante


natalizi, perchè nonostante tutto, manca poco.....



E sapete quale è il piatto preferito della Pulce, anche se l'appellativo di "Milanesa" (almeno per nascita) spetta solo a me? Questo....

RISOTTO ALLO ZAFFERANO
(meglio noto come Risotto alla milanese) 
 Ingredienti
(per 3 persone)
1 piccola cipolla
2 bicchieri di riso per risotti
brodo di carne q.b.
mezzo bicchiere di vino bianco
un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva
1 bustina di zafferano (il migliore che trovate...)
parmigiano reggiano grattugiato 
(sì lo so ci vorrebbe il midollo, ma non ce la faccio .....)

per la guarnizione 
(non ortodossa, ma tanto apprezzata dal sig. Darcy)
20 cm  di salsiccia a nastro  
 foglie di salvia grandi

Procedimento

Tritare finemente la cipolla e farla appassire adagio con burro e un po' di olio (solo burro sarebbe meglio...) fino a che diventa  trasparente;  aggiungere il riso e quando questo è traslucido sfumare con il vino bianco, mescolare e aggiungere man mano il brodo caldo, mescolando spesso, senza incoperchiare e senza far asciugare.

Nel frattempo tagliare la salsiccia in 6/9 tocchetti, avvolgerne la metà nelle foglie di salvia lavate e fissare con uno stuzzicadenti piccolo; far cuocere senza condimento (o con un filino di olio)  in un padellino antiaderente  fino a che la salsiccia è bella rosolata.

Un attimo prima che il riso sia pronto aggiustare di sale(non spappolato, mi raccomando, perchè il risotto passato di cottura è una delle cose più tristi che si possano servire in tavola) aggiungere lo zafferano sciolto in mezzo bicchiere di brodo e mescolare bene, mantenendo il risotto morbido; aggiustare di sale, mantecare con burro e grana abbondanate. 
Servire caldissimo guarnendo i piatti con la salsiccia.


Nota a piè di pagina n. 1: ovviamente questa è la mia ricetta di famiglia non quella meneghina con tutti i crismi

Nota a piè di pagina n. 2:  quante volte sono passata di fianco a quella colonna nei miei (lontani) anni da studentessa?

Nota a piè di pagina n. 3: qui essere la "Milanesa" non è sempre un complimento...la Milanesa è un po' straniera 

giovedì 26 novembre 2015

Fuori tempo massimo per l'MTC n. 52......

 
Sì, lo so, sono in ritardo, anzi, sono fuori tempo massimo:la scadenza per partecipare alla sfida n. 52 era la mezzanotte del 25  novembre e io scrivo solo adesso, ma....
.... ma il mese di novembre è stato un susseguirsi di impegni tra compleanni, battesimi, open day della scuola, colloqui del primo quadrimestre e  prime partite della Pulce (che è ancora nella fase in cui i figli sono felici della presenza della mamma), cene con amici rimandate più volte, impegni da figlia che hanno richiesto la mia presenza fuori casa un paio di sere, influenze di vario tipo che hanno stroncato sul nascere ogni  tentativo di cucinare qualcosa di laborioso ed elaborato.....
Solo martedì mentre aspettavo il ritorno dei miei uomini dall'allenamento serale, sono riuscita  finalmente a mettere sul fuoco quel condimento che richiedeva una lunga e lenta cottura,  e a impastare, stendere la sfoglia, assemblare quel ripieno che mi frullava in testa e ritagliare i ravioli che poi, conditi con quell'intingolo, son stati il piatto forte della cena di mercoledì....
Peccato che il post scritto nella testa nel quale raccontavo del coniglio spellato (scuoiato?), ma completo di testa, che mi sono trovata nel frigorifero da giovane sposa, e pronto per essere messo nero su bianco dopo la serata lavorativa che mi aspettava, sia rimasto - appunto - nella mia testa,  perchè quell'impegno - che avrebbe dovuto essere una passeggiata - ha avuto risvolti inattesi e mi ha riportato a casa  ad un'ora in cui le uniche idee presenti nel mio cervello erano pigiama, piumone e cuscino.....
Però, visto che comunque il mio compitino l'avevo svolto,  partecipo, fuori tenmpo massimo e fuori concorso, alla sfida n. 52 dell'MTC....

RAVIOLI  CON RIPIENO DI CRESCENZA 
CON SUGO AL CONIGLIO ED ERBE AROMATICHE


Ingredienti 
(per 2 persone)
per il condimento
2 cosce posteriori di un coniglio e le lombatine del coniglio 
(in realtà per il condimento per due persone  è sufficiente una  coscia del coniglio;
 il resto serve per un secondo)
un abbondante trito di erbe aromatiche (per me salvia e rosmarino)
100 grammi circa di pancetta dolce a cubetti
uno spicchio di aglio
olio extravergine di oliva 
brodo
vino rosso
sale q.b

per i ravioli
(per 2 persone 6 ravioli a testa)
100 grammi di farina bianca
1 uovo
un pizzico di sale
100 grammi di crescenza (la più saporita e meno acida che riuscite a trovare)
due cucchiai di grana grattugiato
un quarto di scorza di limone non trattato grattugiata
sale q.b

PROCEDIMENTO

In una pentola abbastanza larga, ma non bassissima, rosolare per bene il coniglio, sfumare con il vino rosso, salare, aggiungere il trito di erbe aromatiche, l'aglio (intero o tritato a seconda di quanto lo si ama o a seconda degli impegni mondani) e la pancetta. Far cuocere lentamente, bagnando spesso con il brodo, per circa tre ore o comunque fino a che la carne si stacca quasi da sola dalle ossa.

Preparare la sfoglia seconda la normale ricetta e, mentre la pasta riposa, preparare il ripieno per i ravioli amalgamando la crescenza, il grana e la scorza di limone grattuggiata finemente e aggiustare di sale.

Stendere la sfoglia sottile, ricavare quattro strisce,  distribuire su due strisce  il ripieno con l'aiuto di un cucchiaino formando delle palline di un paio di cm di diametro, ricoprire con le altre strisce e ricavare con uno stampino 12 ravioli, sigillando bene i bordi.

Portare ad ebollizione l'acqua salata; nel frattempo spolpare la coscia e sfilacciare la carne (che a questo punto è morbida e si stacca da sola). Scaldare l'intingolo del coniglio, aggiungendo una piccola noce di burro e la carne sfilacciata; tenere in caldo.
Cuocere i ravioli,  scolarli con cura e condirli rapidamente in una terrina con parte dell'intingolo, impiattare con un ulteriore cucchiaio dell' intingolo stesso.


Nota a piè di pagina n. 1: per anni i miei suoceri hanno allevato oltre a due o tre anatre e un paio di tacchini, anche qualche coniglio che io ho provato inutilmente a cucinare per il sig. Darcy che non ama questo tipo di carne, troppo asciutta. Fino a che S. - una carissima amica che con il marito prepara piatti strepitosi  - una sera a cena ci ha presentato il coniglio in una versione che più o meno assomigliava a questa che - da allora -  opprtunamente rivista e  adatatta è entrata di diritto nel ricettario casalingo.

Nota a piè di pagina n. 2: la scorza di limone secondo me crea un piacevole contrasto con un condimento molto corposo come questo con carne e pancetta.

Nota a piè di pagina n. 3: La sfoglia preparata in realtà è di 2 uova: metà è servita per le tagliatelle destinate alla Pulce...

Nota a piè di pagina n. 4: questo mio ritardo è l'ennesima conferma di quello che dicevo qui ....





















lunedì 9 novembre 2015

Indian Summer

Dopo un mese di ottobre intenso e con la prospettiva  di un mese di novembre che si preannuncia fin da ora denso di impegni, ieri mattina  ho deciso che potevo essere irresponsabilmente sorda al richiamo dei doveri domestici e ho aperto le finestre su un  autunno splendido.
Uno sguardo dalla finestra della cucina e  pochi passi intorno all'orto  per cogliere le immagini di un'Indian Summer tutta casalinga:

un bocciolo di rosa  distratto ha scambiato questo novembre per il mese di giugno


 e una pratolina si affaccia perplessa  tra le foglie colorate.

mentre le ortensie hanno indossato colori adatti alla stagione.

 

L'amareno, come sempre,  è più ricco ora di foglie brillanti che di frutti succosi a maggio


la vite canadese, come la campagna di  Emily Dickinson, indossa una sciarpa scarlatta


mentre la betulla vanitosa si è adornata d'oro.


Il  mio vicino di casa, di solito molto indaffarato, si concede un momento di riposo,

mentre il sig. Darcy, si dedica alle piante da frutto

 
 e alla raccolta degli ultimi melograni.


Poi il senso del dovere ha prevalso e sono tornata in cucina.....

PASTA con ZUCCA, SPECK E NOCI

Ingredienti
(per due persone: come al solito la Pulce non assaggia)
Uno spicchio di una piccola zucca mantovana (200 grammi scarsi)
80 grammi di speck a cubetti
un pugnettodi noci
un piccolo spicchio di aglio
un rametto di rosmarino
sale e olio extravergine q.b.
pasta 

Procedimento

Mondare la zucca, privandola di scorza, semi e filamenti, lavarla e tagliarla a cubetti  di circa 1 cm di lato; ungere con poco olio una piccola pirofila, aggiungere i cubetti di zucca, lo spicchio d'aglio vestito, il rosmarino e il sale, mescolare e infornare a 180° per una ventina di minuti circa, fino a che la zucca è tenera.
Tagliare a cubetti lo speck, farlo rosolare senza condimento in un padellino antiaderente ed aggiungere solo alla fine i gherigli di noci spezzettati.
Far cuocere la pasta in abbondante acqua salata, scolare al dente e  condire con olio extravergine e poi con i cibetti di  zucca, speck e noci.
Servire ben caldo.


Nota a piè di pagina n. 1:  l'eta che avanza non solo rende rigide  le giunture; mi rende anche difficoltoso essere duttile nell'adattare il mio tempo agli impegni che spuntano imprevisti e che si affastellano senza ordine nell'agenda e sul calendario che fa bella mostra di sè sulla porta del frigorifero: E la cucina, con mio grande disappunto, ne risente.....

Nota a piè di pagina n. 2: è chiaro che se la zucca è buona questo condimento è saporito e gustoso; se invece è una di quelle zucche di un arancione slavato, con la  polpa filamentosa è meglio lasciar perdere. 

Nota a piè di pagina n. 3: che cosa fare con i melograni? la gelatina l'ho già provata, anni fa, ma non è stata un successo ....

Nota a piè di pagina n. 4: il pettirosso non è il mio solo vicino di casa ciarliero e indaffarato . Mentre lui svolazza davanti alla finestra della cucina, dall'altro lato della casa si danno un gran da fare  le cince, per le quali il sig. Darcy prepara semi e noci ...

Nota a  piè di pagina n. 5: Indian Summer o .... Estate di San Martino, ovviamente








martedì 13 ottobre 2015

Quale animale sono oggi?


 
Di solito sono allodola e civetta (intesa come animale notturno!) al tempo stesso: la mattina presto, con la finestra della cucina che inquadra ancora  il buio,  il profilo dei monti che si distingue a poco a poco, è un momento magico e prezioso e la tarda serata è spesso l'unica occasione  per mettere ordine in giornate scombinate o per vagabondare altrove con un libro tra le mani, fino a che le righe si sovrappongono e non capisco più il significato delle parole che si accavallano sulla pagina.
Questo, invece  è  un periodo da gatto,  ma non  da gatto avventuroso e nottambulo : è un periodo da gatto acciambellato nella sua cestina, o sul divano.... come Achille
Sarà la stagione che mi spinge verso il letargo, come gli animaletti del bosco, sarà l'età che non mi consente la freschezza di qualche anno fa,  saranno le piccole preoccupazioni  che si accumulano fino a diventare grandi e che mi stancano più di una camminata in montagna.... 
Insomma, ho voglia di essere pigra......
Pigra, io? Oggi non  posso permettermelo, no,  non oggi, non ora.
Posso solo cercare ricette per tipi pigri, come questo Pan Brioche che viene dritto dritto dalla cucina ( e dal libro) di Sabrine che ha portato dare un attimo di dolcezza e di tenerezza alle mie giornate

PAN BRIOCHE PER TIPI PIGRI 

Ingredienti

450 gr di farina manitoba
180 ml di latte
60 g di i zucchero
50 g di burro 
1 pizzico di sale fine
2 uova
2 cucchiai di succo di limone
la scorza grattuggiata di mezzo limone non trattato
1 bustina di lievito di birra secco

 Procedimento

In una ciotola grande versare la farina, aggiungere il lievuto, mescolare e formare una fossetta profonda al centro.
Scaldare il latte, sciogliervi il burro, il sale  e lo zucchero e lasciar intiepidire.
In un'altra ciotola sbattere le uova leggermente, prelevandone 2 cucchiaini per la finitura; quindi aggiungere il  succo di limone e montarle con la frusta fino a che sono spumose.
Unire le uova sbattute al composto di latte, burro e zucchero, mescolare e versare nella ciotola con la farina.
Impastare rapidamente con un cucchiaio, unendo anche la scorza di limone grattuggiata, fino ad avere un impasto che ha assorbito tutta la farina, anche se ancora grumoso e non liscio.
Coprire e lasciar lievitare per 4 ore circa in un luogo riparato.
Quando l'impasto è raddoppiato di volume, rovesciarlo sul piano di lavoro, allargarlo con le mani e dividerlo in tre parti, dando a ciascuna la forma di una palla, disponendole  poi  in uno stampo da plum cake rivestito di carta da forno.
Lasciar lievitare ancora per una mezz'ora  in un sacchetto di plastica (pulito!) o comunque in un contenitore più grande chiuso. Spennellare con l'uovo messo da parte stemperato con un po' di  latte e guarnire con lo zucchero in granella.

Infornare a 220° per una ventina di minuti  poi togliere dallo stampo e lascur cuocere ancora una decina  di minuti a 200°, direttamente sulla griglia.


Nota a piè di pagina n. 1: la ricetta è tratta  - ovviamente - dal ricettario di Sabrine "Fragole a Merenda"; la mia sola aggiunta è la scorza di limone gratttuggiata per profumare ancora di più l'impasto.

Nota a piè di pagina n. 2: questa brioche, morbidissima, che praticamente si prepara da sola, è piaciuta al signor Darcy che se la gusta leggermente tostata, con la marmellata; ha riscosso l'approvazione della Pulce che l'ha portata per merenda a scuola con il cioccolato ("Mamma, per l'intervallo a scuola qualche volta posso portare anch'io una merendina comprata ?") e ha risvegliato anche me.....

Nota a piè di pagina n. 3: la miglior cura contro la pigrizia di questi giorni si è rivelata la solita: la mattina con le mani in pasta,  e il pomeriggio nei boschi.

Nota a piè di pagina n. 4: civetta io? solo come animale notturno, intendiamoci  bene.... avrei potuto dire "gufo" om"allocco" ma, in entrambi i casi,  non mi sembrava carino


lunedì 21 settembre 2015

Ma chi me lo ha fatto fare? - Croissant sfogliati per l'MTC n. 50



“Ma chi me lo ha fatto fare?”  mi sono detta la prima volta che, con le ciaspole ai piedi, ho seguito il signor Darcy in quella che lui mi aveva presentato come una facile escursione nella zona del posto magico, ma che si è trasformata  - tra segnavia nascosti sotto la neve, sentieri non percorribili in inverno e una nevicata fitta che sarebbe stato tanto più comodo ammirare seduti in poltrona – in una peregrinazione infinita che ci ha visto pranzare all’ora della merenda
 
 “Ma che cosa mi sono messa in testa di fare?". Questa la domanda che – immagino come tante – mi sono fatta, la notte in cui è nata la Pulce -  desideratissimo ed attesissimo bebè, che si è preannunciato quando ormai la convinzione era che io fossi un po’ come Elisabetta “che tutti dicevano sterile” e che se l’è presa comoda anche nel venire al mondo, senza darsi preoccupazione del fatto che sua madre era quella che si definisce una primipara attempata e che, in famiglia,  è sempre stata considerata una pittima …..

“Ma cosa mi è venuto in mente?” ho sbuffato sabato, alle prese con l’ennesimo passaggio in frigorifero dei croissant sfogliati, mentre - per l’ennesima volta - consultavo il video in cui il pasticcere dal simpatico faccione sorridente   sciorinava in francese misure della sfoglia e dettagli sullo smattarellamento…
Già perché lui tra un fase e l’altra se l’è cavata con un "a bientot" o, mentre io ho dovuto accordare passaggi, sfogliature, annessi e connessi, con  i compiti della Pulce, il pranzo e la cena, la spesa da sistemare, la macchina fotografica scarica, il cielo di colpo scuro per un improvviso ed  inatteso temporale che, non solo ha reso impossibili fotografie decenti, ma  mi ha costretto al ritiro non programmato dei panni stesi…..

Però l’escursione è stata completata e rimane tra i ricordi più belli di un favoloso inverno di quasi dieci anni fa, la Pulce è nato nonostante la madre  pittima e attempata  e i croissant sono stati sfornati, profumati e sfogliati, sicuramente non perfetti, con un principio di sbruciacchiatura in un cornettino, ma comunque pronti per partecipare alla sfida n. 50 dell'MTChallenge



Ingredienti
(per 6   croissants)

 200 g farina 00,  W350
110 ml latte
20 g burro ammorbidito a temperatura ambiente
15/20 g zucchero
2 g lievito di birra secco (circa 1/3 di bustina)
5 g sale
2 g aceto di vino bianco
100 g burro per sfogliatura

Procedimento

Sciogliere in una ciotola  piccola lo zucchero ed il sale con il latte e l’aceto;.a parte in una ciotola più grande setacciare la farina con il lievito di birra; unire il burro, gli ingredienti liquidi a quelli secchi ottenendo un impasto grezzo.
Formarte un quadrato (più o meno ....) e avvolgere il panetto lo in pellicola alimentare, lascianodolo poi riposare  in frigo per 6 ore.
Poco prima di tirare fuori l’impasto preparare  il panetto di burro schiacciandolo tra due fogli di carta da forno, rimettendolo  nel frigo mentre si procede a stendere l'impasto.
Stendere  l’impasto a circa 6 mm di spessore (...)  facendo in modo che sia largo poco più del panetto di burro e alto due volte l’altezza dello stesso.
Mettere il burro su una metà e ..... fate prima a guardare il video di  Envie de Bien Manger, leggendo attentamente la spiegazione di Luisa Jane Rusconi.
Dopo i giri tra frigorifero, pieghe e mattarelli, stendere  la  pasta sul piano infarinato: a  me è venuta una sfoglia di circa 20 x 30 cm dello spessore di circa 3-4 mm 
Sbattere  l’impasto sul piano di lavoro due volte e tagliare 6  triangoli con la base di 10 cm circa (cento misure un taglio, diceva la mia nonna che faceva la sarta), facendoli poi  riposare (ancora!) in frigorifero per una ventina di minuti .
Una volta trascorso anche questo riposo,  procedere alla formatura dei croissant:  fare un piccolo taglio  in mezzo alla loro base, aprire leggermente e arrotolare adagio e delicatamente  i lembi senza schiacciare l’impasto.
Lasciare lievitare sulla teglia per un’ora i croissant formati, coperti con pellicola alimentare, dopodiché lasciarli  riposare  in frigiorifero per tutta la notte ( e mi sono riposata anch'io)
La mattina dopo (sveglia presto anche di domenica!!),  tirare fuori dal frigorifero i croissants almeno due ore prima della cottura, spennellarli  con uovo sbattuto e passato attraverso un colino a maglia fitta muovendo il pennello dal centro del croissant verso l’esterno per evitare che l’uovo faccia attaccare gli strati della sfoglia. Coprirli con pellicola alimentare e lasciarli riposare (ancora !!) per un paio d'ore Prima di cuocerli  spennellarli  un'altra volta con l’uovo sbattuto.

Infornare  in forno già caldo a 220° C  e lasciar cuocere per 10 minuti poi abbassare la temperatura a 200°C e cuocere per altri 5minuti  o finché ben dorati:  attenzione a la  doratura esterna non  nasconda un impasto non ancora cotto (e infatti uno dei  croissant è stato sacrificato per accertare la cottura...)
Sfornare e far  raffreddare su una gratella per dolci

Note a piè di pagina n. 1:  la farcitura? sì, doveva esserci...avevo pensato alla mia confettura di prugne al profumo di scorza di limone, ma - visti i ritardi e i pasticci - ho preferito, come si dice, andar via liscia....
Nota a piè di pagina n. 2: perchè metà dose? perchè vista la complessità mi sono detta che almeno  avrei limitato  i danni in caso di fiasco completo

Nota a piè di pagina n. 3:  perdonate  le foto (pessime),  le  infinite imperfezioni (la virtù principale che Luisa Jane richiede per questa preparazione è la pazienza che - sicuramente - non è una delle mie doti e questo mese prevedere un secondo tentativo era impossibile).......