Due ricette per questo MTC?
Mettiamola così: i muffins sono così veloci da preparare e così versatili (si prestano a variazioni pressochè infinite a seconda dell'umore, della stagione, degli ingredienti che avanzano in dispensa) che la domenica pomeriggio un'infornata è quasi consuetudine, in modo che nel sacchettino della merenda della famiglia Fiordisambuco ci sia un dolcetto casalingo.
E per questa seconda ondata non è stato nemmeno difficile trovare lo spunto letterario a cui fare riferimento perchè, la scorsa settimana, una delle solite occasioni in cui mi arrabbio, ma rimango senza parole, me lo ha fornito su un piatto d'argento: vivo in un piccolissimo paese, mi occupo della quotidianità della mia famiglia ed il mio lavoro non è uno di quelli importanti, non salvo vite, non tengo in piedi aziende, non dirigo nulla, non invento e non scopro, sono Claudette Fiordisambuco e basta.
Ma l'arroganza - specialmente se unita all'ignoranza - mi amareggia, sempre.
E, siccome, nonostante gli anni, come dicevo, non sono ancora capace, di fronte a chi mi guarda dall'alto in basso, di trovare la risposta giusta, diventano mie le parole di Carlo Porta (Milano, 1775 - 1821)
Sissignor, sur Marches, lu l’è marches,
marchesazz, marcheson, marchesonon,
e mì sont el sur Carlo Milanes,
e bott lì! senza nanch on strasc d’on Don.
marchesazz, marcheson, marchesonon,
e mì sont el sur Carlo Milanes,
e bott lì! senza nanch on strasc d’on Don.
Lu el ven luster e bell e el cress de pes
grattandes con sò comod i mincion,
e mì, magher e biott, per famma sti spes
boeugna che menna tutt el dì el fetton.
grattandes con sò comod i mincion,
e mì, magher e biott, per famma sti spes
boeugna che menna tutt el dì el fetton.
Lu senza savè scriv né savè legg
e senza, direv squas, savè descor
el god salamelecch, carezz, cortegg;
e senza, direv squas, savè descor
el god salamelecch, carezz, cortegg;
e mì (destinon porch!), col mè stà sù
sui palpee tutt el dì, gh’hoo nanch l’onor
d’on salud d’on asnon come l’è lu.
sui palpee tutt el dì, gh’hoo nanch l’onor
d’on salud d’on asnon come l’è lu.
E il muffin? ricorda il pan meino che è il mio marchio di fabbrica, con la farina gialla e il fiore del sambuco, ingredienti simbolo della semplicità, l'esatto contrario della tronfia ignoranza, con cui a volte (anzi spesso) mi trovo a fare i conti
MUFFINS RUSTICI AL FIORE DI SAMBUCO
INGREDIENTI
(per 12 muffins)
(per 12 muffins)
200 grammi di farina bianca
100 grammi di farina gialla sottilissima
100 grammi di zucchero
80 grammi di burro
3 cucchiaini di lievito in polvere
1 pizzico di bicarbonato
80 grammi di yogurt naturale
100 grammi di latte
3 fiori di sambuco (freschi se è stagione, altrimenti essiccati)
100 grammi di farina gialla sottilissima
100 grammi di zucchero
80 grammi di burro
3 cucchiaini di lievito in polvere
1 pizzico di bicarbonato
80 grammi di yogurt naturale
100 grammi di latte
3 fiori di sambuco (freschi se è stagione, altrimenti essiccati)
PROCEDIMENTO
Rivestire con i pirottini la teglia da muffin e scaldare il forno a 200°
Setacciare in una ciotola le farine, il lievito ed il bicarbonato
In un'altra ciotola lavorare il burro morbido con l'uovo e lo zucchero; aggiungere il latte e lo yogurt (tutti a temperatura ambiente)
Versare gli ingredienti liquidi in quelli asciutti, aggiungere i fiori di sambuco "sgranati" e mescolare rapidamente.
Riempire gli stampi fino all'orlo, aggiungere sulla superficie un pizzico di fiori di sambuco.
Infornare a 180° - 190° (a seconda del forno) per una ventina di minuti o comunque fino a che la cupoletta dei muffins è ben dorata.
Sfornare, lascia riposare nello stampo e quindi far raffreddare sulla solita gratella per dolci
Setacciare in una ciotola le farine, il lievito ed il bicarbonato
In un'altra ciotola lavorare il burro morbido con l'uovo e lo zucchero; aggiungere il latte e lo yogurt (tutti a temperatura ambiente)
Versare gli ingredienti liquidi in quelli asciutti, aggiungere i fiori di sambuco "sgranati" e mescolare rapidamente.
Riempire gli stampi fino all'orlo, aggiungere sulla superficie un pizzico di fiori di sambuco.
Infornare a 180° - 190° (a seconda del forno) per una ventina di minuti o comunque fino a che la cupoletta dei muffins è ben dorata.
Sfornare, lascia riposare nello stampo e quindi far raffreddare sulla solita gratella per dolci
Sono muffins molto rustici ( tristi direbbe mio fratello, il Principe, che detesta questo tipo di preparazioni poco raffinate), adatti ad una merenda semplice o a una giornata in cui non avete voglia di essere accomodanti con tutti.
Nota a piè di pagina n. 1: un autore troppo lontano dalla Austen? Eppure "la zitella illetterata" e "le charmant Carline" sono contemporanei: due facce diverse del mondo di inizio Ottocento....e nel mio piccolo mondo c'è posto per tante cose
Nota a piè di pagina n. 2: un linguaggio un po' troppo lontano da quello di Jane Austen? indubbiamente, ma alla schietta efficacia del dialetto milanese si può perdonare quello che in italiano suonerebbe volgare. Anche se tra i miei ricordi legati al Porta c'è il viso scandalizzatissimo di una compagna di liceo .....(per la traduzione, comunque, potete vedere qui).
Nota a piè di pagina n. 3: narra la leggenda familiare che mio padre (che di favole e ninne nanne si intendeva poco, ma che è nato e cresciuto a Milano) leggesse ad alta voce le poesie del Porta quando mi faceva addormentare da piccolissima (.....!)
Nota
a piè di pagina n. 4: avevo a questa volta a disposizione una farina
gialla meravigliosa, regalo di mia suocera che l'ha avuta da parenti che
macinano il loro granturco; è sottilissima, più del fioretto, ma - qua e
là - sono rimasti dei granelli più grossi, croccanti, che rendono
l'impasto più consistente.
Ovviamente con questa ricetta partecipo all' MTC n. 43 .
il
cui merito più grande è - secondo me - quello di
avermi fatto venir voglia di rileggere libri che avevo dimenticato;
arrampicata sulla scala per cercare ispirazione negli scaffali più alti
della libreria, ho ritrovato titoli amatissimi, ma accantonati da
tempo. Inutile dire che sono scesi dagli scaffali e adesso sono nel
cesto di fianco al mio letto, pronti a farmi (di nuovo) compagnia.