lunedì 22 settembre 2014

Debutto a settembre

Che cosa potevo fare, in un pomeriggio di inizio agosto del 2007, per tenere a bada i mille pensieri di primipara attempata e mantenere la calma di fronte alle infinite ed assillanti domande di chi, abbondantemente scaduta la fatidica data presunta di fine luglio, mi vedeva ancora in giro, piuttosto ingombrante?
Niente di meglio che preparare una frivolezza dolce, semplice, con riso, latte e composta di ribes, da gustare, fresca,  il giorno successivo.
In realtà il giorno successivo non l’ha assaggiata nessuno e nessuno l’ha assaggiata nemmeno il giorno dopo e il giorno dopo ancora….
L’ho buttata via io, tornata a casa meno ingombrante e con Pulce al seguito, quando al bianco del riso e al rosso del ribes si era aggiunta ormai una patriottica sfumatura di verde….
Da allora il dolce è finito nel dimenticatoio, senza nessun motivo.
Perché non rispolverare l’esperimento  per il mio debutto sulla scena dall'MTC? Solo perché non è stagione di ribes? Non sia mai....
E allora, visto che è settembre e la vendemmia sui colli alessandrini mi ha regalato una cassetta colma di uva americana profumatissima, ecco, per la mia entrata in scena

Dolce di riso al profumo di autunno


Ingredienti 

mezzo litro di latte
120 grammi di riso
un manciatina di mandorle
20 grammi di zucchero

per la salsa
150 grammi di uva americana
80 grammi di zucchero

Procedimento


Scottare il riso per un minuto in acqua bollente,  scolarlo e  sciacquarlo sotto acqua fredda; coprirlo in una pentola  con il latte bollente, cuocere, coperto,  a fiamma bassa per una mezz'ora fino a che il latte è stato completamente assorbito  e si è formata una crema densa che lega bene il riso (le indicazioni di Acquaviva Scorre sono chiarissime). Volendo si può aromatizzare il latte con una stecca di vaniglia (che va poi tolta).
Mentre il riso si raffredda preparare la salsa  cuocendo l'uva americana con lo zucchero per 5 - 10 minuti e passando poi al passaverdura, per eliminare bucce e semini.
Quando il riso è raffreddato aggiungere le mandorle tritate grossolanamente  e lo zucchero.
Utilizzando gli stampini da muffin formare dei piccoli  "budini" di riso, disporre un velo di salsa su ciascun piattino e  appoggiarvi il "budino".



Una sola nota a piè di pagina, un po' lunga:  a settembre la mia agenda si affolla di nuovo delle scadenze e degli impegni lavorativi, tra ipotesi ventilate di riorganizzazione e tensioni che l’estate non ha sopito; è ripartita la scuola con tutto il suo corollario di attività, riprenderà a breve anche l'allenamento di calcio della Pulce e il sig. Darcy (se tutto quello che è in sospeso andrà bene) tornerà a scalare  vette irraggiungibili in palestra di roccia.
E io? a che cosa  dedicarmi quando i miei due uomini di casa mi escludono dalle conversazioni calcistiche? A che cosa  pensare per tenere a bada  pensieri e preoccupazioni in una sorta di chiodo scaccia chiodo?
Dopo aver accantonato l’idea più volte nei mesi scorsi,  ho deciso allora di partecipare anch'io allo  spettacolo, nel quale non reciterò certo la parte della protagonista, ma  spero di riuscire  a rimanere in scena, almeno come comparsa, divertendomi.
Per il debutto avevo scartato in partenza l’idea della cottura pilaf (un unico tentativo nella mia vita: terribile!) e avevo scelto, tra le ricette con il riso che in casa Fiordisambuco non mancano, la torta di riso, che mi era cara perché mi ricordava l’estate lontana del mio esame di maturità. Ma sono stata preceduta…
Certo, avrei potuto preparare la minestra di riso e latte che - insieme a quella di riso e prezzemolo – era uno dei piatti della tradizione locale del tempo che fu, ma ricordo ancora come la detestavo quando me la propinavano da bambina e avrebbe voluto dire stonare subito.
Intanto spero di non aver combinato pasticci...

venerdì 12 settembre 2014

Fatti i compiti?


Vai, sorridi amore, vai!
so che mi sorprenderai.
Vai, con questa canzonetta
metti il cuore in bicicletta
e in fondo al mondo la felicità.
Vai, Ciao! Sei bello come un re!
Ciao, sorridi prendi il volo
e se un giorno sei solo
non ti scordar di me.

Roberto Benigni


In questa strana estate, con poco sole e poche ferie, la Pulce ha eseguito, tra capricci, minacce e lusinghe,  tutti i compiti delle vacanze; ha letto (con piacere) i librettini che la maestra ha consegnato al termine della scuola, ha persino fatto qualche disegno di sua spontanea volontà, colorandolo decentemente.
E io mi sono sentita una mamma scrupolosa e attenta.
Ma oggi, primo giorno di un nuovo anno scolastico tutto da scoprire, mentre aspettavo all'uscita dalla scuola,  la mia convinzione di aver fatto tutto quello che dovevo è crollata miseramente di fronte alle altre mamme: chi ha tenuto allenato il proprio figlio con dettati quasi quotidiani, chi ha comprato altri eserciziari più approfonditi, chi ha affidato un ripasso generale alla nonna, maestra in pensione, chi ha preparato il neo alunno di seconda alle prime imminenti verifiche (prove di ingresso).
Io - che mi sono sentita  una madre sciagurata - sono stata zitta zitta, col mio solito sorriso ebete stampato sulla faccia: forse non ho capito qualcosa, mi sa che sono meglio in cucina che a scuola....
In bocca al lupo, Pulce.....


TORTA SALATA CON I POMODORINI

Ingredienti

un rotolo di pasta sfoglia
una ventina di pomodorini pizzutelli (devono coprire tutta la sfoglia)
200 grammi di caprini freschi
20 grammi di parmigiano grattuggiato
20 grammi di pecorino grattuggiato
una cucchiaiata abbondante di erbe eromatiche miste tritate
olio

Procedimento

Tritare finemente le erbe aromatiche e mescolarle ai caprini (tenere da parte una cucchiata di caprino  non condito), insieme ai formaggi grattuggiati, amalgamando con un filo d'olio, fino ad ottenere un impasto cremoso.
Lavare i pomodorini, tagliarli a metà e svuotarli, eliminando i semi.
Stendere il rotolo di pasta sfoglia su una teglia rivestita di carta da forno; spalmare il disco di pasta con la cucchiaiata di caprino non condito tenuta da parte prima. Riempire i mezzi pomodorini con la crema di formaggi e disporli ordinatamente, con la parte tagliata verso il basso, sulla sfoglia, coprendola tutta, ma lasciando un bordo intorno di circa 1 cm. Arrotolare il bordo e ripiegarlo, facendolo aderire ai pomodori. Cospargere con un pizzico di origano e informare a 220° per 20 minuti, poi proseguire la cottura per un altro quarto d'ora, abbassando la temperatura a 200° (il bordo deve essere ben dorato e i pomodorini "appassiti"). Sfornare, lasciar riposare cinque minuti e servire calda. 


Nota a piè di pagina n. 1: non tragga in inganno la foto in apertura: è stata l'unica giornata (su sette) in cui siamo riusciti a vedere le montagne ...