Il primo segnale è stato all’inizio
di febbraio: biglietti per una serata a
teatro già pronti nella borsetta e panico davanti alla scarpiera perchè delle
scarpe nere nessuna era adatta alla mise elegante. Ho ripiegato sulle ovvie
ballerine che con il vestitino nero di quella lunghezza mi davano un’aria da papera, ma
ho pensato che gli occhi del pubblico sarebbero stati puntati sul palcoscenico,
che io avrei potuto starmene
traquillamente seduta in palco con i piedi nascosti sotto la poltroncina, rischiando
al massimo un’occhiata disgustata da una maschera abituata a ben altre
eleganze.
Il secondo segnale è arrivato a
marzo: la Pulce,
mentre guardava il suo cartone animato preferito, mi ha domandato se per il mio
compleanno avrebbe potuto regalarmi un vestito da sera rosa come quello di
Mamma Pig; non ho la stazza di Mamma Pig, ma nel mio armadio il rosa è stato
bandito a favore di più rigorosi colori.
Il terzo segnale ad aprile: persino
mio padre, che normalmente non fa caso a queste cose o, perlomeno, sorvola, ha tenuto a sottolineare
che - pettinata come ero - sembravo Grace Poole, personaggio oscuro e sgradavole di
“Jane Eyre”, che non è nè un fiore di ragazza nè un modello di
eleganza.
Di segnali, poi ne sono arrivati
a cascata: la presa di coscienza che ho
più pantaloni da trekking che gonne vezzose, la domanda della Pulce se quando ero piccola
ci fossero i dinosauri, i mille dubbi di fronte all’idea di un pranzo a casa di
una cara amica, al quale sarebbero stati presenti anche alcuni ex compagni di
università che non vedevo da quasi vent’anni, il cambio dell’armadio (scelta mal azzeccata perchè sono tornata ai maglioncini di lana) durante il quale ho aperto gli
occhi su abiti estivi nei quali il colore più acceso è il beige,
E se due indizi fanno una prova,
tutti questi segnali mi hanno portato
a una certezza: è ora di portare un po’ di primavera non solo sul balcone per il
quale, sfidando la pioggia, abbiamo comprato
geranei e un'esplosione di fiorellini gialli, ma anche nel mio armadio, perchè esista anche la versione primaverile di Claudette, così come esiste la versione primaverile della "torta col coperchio".
Ingredienti
Pasta
frolla
(partendo da 300 grammi di farina; il resto viene di
conseguenza).
4 mele renette piccole o 3 grosse
300 grammi di fragole
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di marmellata (frutti di bosco, lamponi o fragole)
Procedimento
Mentre la pasta frolla riposa, sbucciare le mele e tagliarle a fettine e poi a tocchetti, tranne una parte che servirà come "copertura" del ripieno; pulire le fragole e tagliarle a tocchetti, non troppo piccoli). Mescolare in una terrina fragole e mele con un paio di cucchiai di marmellata e con lo zucchero (più o meno di due cucchiai a seconda di quanto è dolce la marmellata scelta).
Dividere la pasta frolla in due parti di cui una più abbondante. Stendere la metà più grande - concetto sbagliato, ma rende l'idea - e foderare una tortiera col fondo mobile, già imburrata e cosparsa di pan grattato, cercando di tenere un bordo piuttosto alto. Versare il ripieno, livellarlo e coprirlo con le fettine di mela prima tenute da parte.
Stendere la seconda porzione di pasta frolla a formare il "coperchio" della torta e, aiutandosi con il mattarello, appoggiarlo sul ripieno. Ripiegare i bordi, sigillando bene. Cuocere a 180° - 200° per un'oretta o, comunque, fino a che la pasta è ben dorata. Servire fredda, in modo che il ripieno abbia il tempo di rassodarsi e assestarsi, altrimenti tagliando le fette mele e fragole fuoriescono in maniera poco elegante.
Nota a piè di pagina n. 1: mio padre fa riferimento, quanto ad acconciatura, alla Grace Poole del vecchio sceneggiato RAI che lui ha in mente, con Raf Vallone. Mamma Pig è invece la mamma di Peppa Pig, eroina del cartone animato più amato dalla Pulce in questo periodo.
Nota a piè di pagina n. 2: il rinnovamento è iniziato con un paio di orecchini di (false) perle scaramazze, dono per la festa della mamma e con dei luminosi colpi di sole (visto che sembra l'unico modo per avere il sole ....)