sabato 19 gennaio 2013

Sempre in ritardo




 L'ultimo venerdì pomeriggio di riposo lavorativo risaliva allo scorso 7 dicembre: tornata a casa, dopo qualche acquisto, fatto di corsa tra l'uscita dall'ufficio e la partenza del pullman, con un senso di responsabilità casalinga prossimo allo zero, ho chiuso gli occhi e le porte di ogni stanza  e ho aperto la cucina ....
Nel 2012 lo spirito natalizio infatti è arrivato in tutta la sua magnificenza quel giorno: qualche fiocco di neve bagnata e pesante, che si scioglieva appena a terra, ma così bello da vedere dalla finestra, la casa tutta per me, la testa leggera e sgombra e il cuore così ben disposto che persino la musica del Lohengrin, che ha accompagnato quel pomeriggio casalingo mi ha affascinato e così, ancora una volta,  è partita la sessione dei biscotti, a dispetto delle pecondrie, dei brontolii, delle geremiadi che ogni anno la precedono.
Ogni anno, infatti, verso la fine del mese di novembre, rimugino, ripenso, mi arrovello, brontolo e arrivo sempre alla conclusione: quest'anno niente biscotti, non ho tempo, non ho voglia, non è il caso, non ......
Ogni anno mio marito ascolta, in silenzio, non replica alle mie pecondrie natalizie (che poi, e lui lo sa bene, qualche motivo non proprio futile ce l'hanno), e mi fa trovare sul tavolo della cucina, ben lavate e ordinatamente impilate (il suo contributo alla causa) le scatole di latta che, in una sorta di letargo al contrario,  riposano per 11 mesi in cantina e  si svegliano solo a dicembre.
E ogni anno, infatti, quando meno me lo aspetto, succede il miracolo: la mani vanno da sole a cercare il ricettario di casa,  dalla madia salta fuori il sacchetto di tela dove stanno tutte le formine,  nel carrello della spesa finiscono tutti gli ingredienti per i biscotti di Frau, e  il profumo che si diffonde per casa è quello della cannella.
Ieri, un nuovo venerdì pomeriggio, libero finalmente da impegni lavorativi, non ho potuto chiudere nè gli occhi nè le porte delle stanze nè ho potuto ignorare  le scatole delle decorazioni natalizie che aspettavano di essere riportate in solaio e quelle di latta che chiedevano invece di tornare a dormire in cantina.
Però una piccola pausa, verso le cinque, con una tazza di tè me la sono presa e ho finito l'ultimo pezzettino di pupolotto e gli avanzi dei biscotti di Frau.... 
I miei preferiti, tra tutti, prima di quelli speziati allo zenzero, dei piccoli soli al cocco, di quelli alla vaniglia, rimangono le Zimtsterne; gli unici però di cui non ho trovato traccia nei blog altrui sono questi biscotti (si fa per dire) di frutta secca che erano i preferiti di mia madre.

Biscotti di frutta secca

Ingredienti

150 grammi di fichi secchi
150 grammi di albicocche secche (snocciolate)
150 grammi di prugne secche (snocciolate)
la scorza grattuggiata di un'arancia non trattata
la scorza grattuggiata di un limone non trattato
100 grammi di noci 
100 grammi di nocciole
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaio di marmellata di albicocche
1 cucchiaio di cacao amaro
1 pizzico abbondante di cannella
1 grattatina di noce moscata
1 pizzichino di zenzero
1 pizzichino di pepe
un po'  di farina bianca
zucchero

Procedimento

Tritare la frutta secca con il tritatutto: andateci adagio e, soprattutto con i fichi secchi, tritate poco per volta, pena il decesso del tritatutto;  mescolare poi tutti gli ingredienti in una terrina sufficientemente ampia, aggiugendo un po' di farina in modo da avere un impasto maneggiabile, anche se aspetto e consistenza  non saranno mai  dei migliori ( irriferibili i commenti di mio fratello).
Sul piano di lavoro cosparso di farina e zucchero stendere un po' di "pasta"  ad un'altezza di 2-3 mm e ricavare con la rotella taglia pasta delle strisce alte circa  3 cm, tagliandole  successivamente a losanghe (così erano quelli di Frau e così devono essere). Disporre le losanghe sulla placca rivestita di carta da forno  infornare a 180° - 200° per circa 5-7 minuti. Quando escono dal forno questi  "biscotti", senza uova e con pochissima farina, sono ancora morbidissimi: non cadete nella tentazione di rimetterli a cuocere perchè in un batter d'occhio  si seccano e, se non immangiabili sono, perlomeno, poco piacevoli da masticare.
Quelli che Frau regalava erano molto più belli perchè li decorava con la glassa bianca che - insieme alla besciamella - è invece  una delle mie bestie nere.


Nota a piè di pagina n. 1: i biscotti di Frau non piacevano alla mia nonna materna, vuoi per una punta di gelosia, vuoi perchè estranei alla tradizione veneta, vuoi perchè sapevano di Germania e, forse, a chi aveva vissuto la Milano dell'occupazione tedesca  non portavano bei ricordi. Il commento, in stretto dialetto veneto, ogni Natale, comunque,  era sempre lo stesso "Te sè fare de meio ..."

Nota a piè di pagina n. 2: mi trovo, ogni anno, a impastare e infornare a orari impossibili, quando tutti ormai dormono o quando tutti  ancora dormono: saranno le spezie o la frutta secca che hanno poteri magici o è lo spirito del Natale che rende tutto più lieve?

Nota a piè di pagina n. 3:  la promessa di pubblicare una ricetta dei biscotti l'ho mantenuta: fuori tempo massimo, lo so, ma io sono nata con quasi quindici giorni di ritardo.....