domenica 23 settembre 2012

Conversazione

In cucina, ogni mattina, tra le 7.30 e le 8.00.....

«Mamma......»
«Dimmi Pulce ......»
«Ma tu preferisci i traghetti o i battelli? ......»
«I battelli »
«Perchè? »
«Perche..... perchè con i battelli si fanno le gite sul lago in estate e  si vede meglio il panorama »
«E ti piace di più il battello grande e a due piani o quello vecchio a un piano solo? »
«Mmmmh, quello a un piano solo »
«Perchè? »
«Perchè dietro è aperto e a me piace viaggiare fuori. E a te Pulce quale piace? »
«Quello grande mamma, il Cristoforo perchè ha due piani, la cabina grande e un giorno lo voglio guidare io. Una volta ci   andiamo? »
«Sì Pulce, un giorno ci andiamo»
«Ma quale è il tuo battello preferito?»
« L'Iris perchè  ha il nome di un fiore molto particolare »
«Ma no mamma,  è un nome bruttissimo ....ti piace di più il Giglio?  »
«Sì va bene, mi piace anche il Giglio »
«E il Concordia è bello?»
«Certo è uno dei battelli più belli, col fumaiolo e la ruota»
«Sì però ha un piano solo.... mamma, il Concordia ha un piano solo perchè è vecchio e il secondo piano l'hanno tolto? »
«No Pulce l'hanno costruito propio così »
«Ah ....e  a te non piace il traghetto? »
«Sì che mi piace, ma meno del battello »
«Perchè non ti piace? »
«Non ho detto che non mi piace; preferisco il battello perchè non  ci sono le macchine »
«Io preferisco il traghetto, quello grande a due piani ... mamma  come si chiamano i traghetti? »
«Dunque....quelli piccoli si chiamano Stelvio, Spluga e Ghisallo, quelli grandi Adda, Plinio e Lario »
«Sì sì mamma a me  piace molto il Lario; a te piace? »
«Io preferisco quelli piccoli »
«Perchè? »
«Perchè hanno una bella forma di nave, non sembrano uno scatolotto come l’Adda o il Plinio»
«No mamma, non è vero l’Adda è bellissimo! Non  capisci, è enorme, guarda quanta schiuma e il Plinio poi ha addirittura tre piani!.»
«Sì è vero Pulce, non sono poi così brutti »
«Ma il Ghisallo ti piace? »
«Sì mi piace, come lo Stelvio e lo Spluga perchè c’erano anche quando ero piccola io.... »
«Mamma, ma il Plinio va a Varenna? »
«Sì credo di sì, quando tocca a lui ci va.... »
«Ma perchè noi non l’abbiamo preso e sono salito su uno piccolo che faceva poca schiuma? »
«Perchè quel giorno lavorava quello piccolo »
«Ma preferisci lo Stelvio o il Ghisallo? »
«Lo Spluga, Pulce.... »
«Ma mamma io lo Spluga non te l’ho chiesto.... mamma  preferisci.....
«Pulce adesso basta, è tardi!  finisci la colazione.... »
«Mamma, ma è più grande il Plinio o il Lario? »
 «Basta! Adesso ti devi  vestire, mancano 5 minuti alle 8 e dobbiamo uscire.... non posso timbrare in ritardo!
«Ma mamma preferisci la canna da pesca normale o quella a manovella?»
«.................»



E sì, perchè oltre a navi, battelli e traghetti, la Pulce ha scoperto la pesca, come si conviene ad bambino di lago, nipote di un appassionato e abile pescatore, che sarebbe stato fiero di questa prima pesca miracolosa.

Le quattro alborelle, che sono state sotto il sole per un buon paio d'ore, sono state poi molto apprezzate dalla gatta della nonna, mentre noi sempre pesce abbiamo mangiato, ma  di mare.....

SARDINE DI MIA COGNATA

INGREDIENTI
(per 4 "tortini")
  24 sardine già pulite (6 per ogni tortino)
100 grammi di mollica di pane
50 grammi di grana ( o di pecorino stagionato)
2 acciughe
una manciatina  di uvetta
una cucchiaiata di pinoli
un piccolo spicchio d'aglio
un ciuffo abbondante di prezzemolo
olio extravergine di oliva
quualche filino di csorza d'arancia
sale

PROCEDIMENTO
Se non lo sono già, pulire le sardine togliendo testa, interiora e lische, aprendole a libro e cercando di lasciare attaccata la codina.
Nel frattempo in una padella far scaldare un paio di cucchiai d'olio e sciogliervi le acciughe (dovrebbero essere sotto sale, ma io non ne avevo, per cui ho usato quelle sott'olio); aggiungere mollica di pane, aglio e  prezzemolo tritati. Quando il composto è appena tostato (non bruciato!), lasciarlo raffreddare e unirlo, in una ciotola ai pinoli tritati grossolanamente, alle uvette precedentemente ammollate, sciacquate e asciugate e al formaggio grattuggiato (io uso metà grana e metà pecorino per evitare sapori troppo decisi).
Rivestire con le sardine le formine di alluminio, già spennellate di olio  e cosparse di pan grattato,  in modo da coprire anche il fondo  e lasciando all'esterno le codine delle sarde. Riempire poi con il ripieno e chiudere come nella foto, sovrapponendo le code.

Infornare per 20 - 25 minuti a 180- 200°. Mentre gli sformatini cuociono in forno, in un padellino scaldare un paio di cucchiai di olio nei quali far rosolare rapidamente dei filini di scorza d'arancia.



Sformare i tortini sui piatti e versare sopra ciascuno le scorzette  e un filo dell'olio in cui le scorzette sono state rosolate.
Se è avanzato un po' di ripieno, lo si può tostare per renderlo croccante, usandolo poi  per accompagnare gli sformatini.



Nota a piè di pagina n. 1: le sardine agghindate così  sono uno dei cavalli di battaglia di mia cognata che le aveva preparate come antipasto la prima volta che lei e mio fratello ci hanno invitato a cena; il ripieno è molto simile a quello della sarde a beccafico che a me piacciono molto, ma che non riesco mai a preparare con tutti i crismi perchè non sono capace di arrotolarle (!)...
Nota a piè di pagina n. 2: durante la conversazione la Pulce sta davanti alla tazza del latte, che mescola e rimescola, io tra lavello, frigo e fornello cerco di fare il maggior numero possibile di cose, senza macchiarmi la camicetta appena stirata e - se possibile - senza dare risposte a vanvera....
Nota a piè di pagina n. 3: di battelli, aliscafi e traghetti sappiamo ormai tutto, compresi gli orari di passaggio; analoghe conversazioni hanno per oggetto i treni: Frecciarossa, Frecciabianca, "Freccialenta" ......
Nota a piè di pagina n. 4: la canna da pesca "a manovella" è - ovviamente - quella con il mulinello e il battello "Cristoforo" è - manzonianamente - il "Fra Cristoforo"....
 

domenica 9 settembre 2012

Contrasti e connubi


Da bambina, oltre ad immaginarmi maestra – il lavoro di mia madre per tutta la vita – davo per scontato che  - come i miei genitori, entrambi insegnanti - anch’io avrei sposato prima o poi un collega di lavoro.
Ho capito presto, però, che  i miei colleghi erano da lasciar perdere, ma mai avrei immaginato che il ragazzo biondo, sarcastico e indisponente, colonna portante del gruppo di escursionismo giovanile di cui ero parte anch’io, sarebbe diventato mio marito.
Forse lo aveva capito mia madre che lo conosceva fin da quando lui era un bambino e lei era la sua insegnante; io certo lo vedevo troppo distante da quello che io ero, o credevo di  essere: lui sportivo, io in difficoltà con ogni attività sportiva che comporti un’esibizione delle proprie capacità; lui innamorato dell’arrampicata,  io che adoro la montagna ma devo stare con i piedi ben saldi per terra;  io che vivevo di sogni e di chimere, di belle lettere e di poesie, lui con una solida formazione tecnico-scientifica; io cresciuta a Callas e Mozart, lui che  prediligeva una musica un po' più ...."rumorosa"; io mora e lui biondo; io romanzi, lui saggistica; io curiosa in cucina e lui restio a sperimentare ogni nuovo sapore; io pessimista, lui saggiamente realista; io che nei momenti di nervoso reagisco prima di pensare, lui capace di valutare razionalmente  la situazione; io che trovo le parole giuste solo a posteriori e lui che riesce a non farsi mettere i piedi in testa; lui che fa conti complessi a mente, io che per dosare lo zucchero per la marmellata ho bisogno di carta e penna per impostare le proporzioni; lui che per lavoro è abituato a misure con limiti di tolleranza inferiori al millimetro e io che misuro a occhio; io formichina, lui che sa bene che la vita è una sola; io imbranata al volante, lui mai visto in difficoltà alla guida; io che per non sbagliare non tento nemmeno,  lui disposto a mettersi in gioco; io "pittima" e lui più spartano; lui capace di rapportarsi alle persone e di adeguarsi alle situazioni,  io più rigida; lui pungente  e io insopportabilmente permalosa...........
Eppure... eppure, nonostante diversità e divergenze  e oltre al resto),  sono più di dieci anni di matrimonio e due di “fidanzamento”: forse quello che ci fa stare bene insieme è più forte delle differenze, forse gli ingredienti che abbiamo mescolato, pur apparentemente in contrasto, si sono legati (o, meglio, sposati) bene ed il risultato, pur con le sue imperfezioni,  non è male......

DOLCE ALLE PRUGNE

INGREDIENTI
300 grammi di farina bianca
1,5  cucchiaini di lievito di birra disidratato ( circa mezzo cubetto di lievito di birra fresco)
1 uovo
1 dl di latte circa
50 grammi di zucchero
120 grammi di burro
un kg circa di prugne scure (quelle trentine di Dro sono perfette)
un cucchiaio di zucchero e un pizzico abbondante di cannella

PROCEDIMENTO

Sciogliere il lievito nel latte appena tiepido; in una ciotola capiente setacciare la farina con lo zucchero e creare un cratere. Quando sul latte si è formata una schiuma, versarlo al centro della farina, insieme all'uovo sbattuto a parte; mescolare e aggiungere il burro fuso lasciato intiepidire; lavorare fino ad ottenere un impasto liscio, aggiungendo eventualmente un po' di farina.
Lasciar lievitare per circa un'ora, coperto da uno strofinaccio.
Nel frattempo lavare le prugne ed asciugarle, tagliarle a metà, togliendo il nocciolo, e poi  ridurle in spicchi; quando l'impasto è raddoppiato di volume (più o meno), lavorarlo  un po' per sgonfiarlo, stenderlo in una tortiera.
Disporre sulla pasta le prugne con la  polpa verso l'alto. Lasciar lievitare ancora fino a che l'impasto aumenta  di volume.Cospargere con un po' di zucchero e cannella e infornare a 220°  gradi e cuocere  per una buona mezz'ora: la pasta deve essere ben dorata.
Servire tepida o fredda.
Con questa ricetta, partecipo al contest di Patty di Andante con gusto  : "La Commedia è servita" ,


abbinando il dolce ad uno dei miei film preferiti , "Green Card -  Matrimonio di convenienza" (1990  - regia di Peter Weir - commedia leggera - romantica).
La trama è nota:  un lui francese, imponente, corpulento e all'apparenza  rozzo e grossolano (George Faure - Gerard Depardieu) e una lei americana,  bella, colta e raffinata, (Bronte Barrish - Andie MacDowell), si sposano, appunto, per convenienza:  lui per ottenere la famosa green card, per poter soggiornare negli USA, e lei per poter abitare in uno splendido appartamento newyorkese con una serra meravigliosa, riservato solamente a coppie sposate; sono convinti che, raggiunto ciascuno il proprio obiettivo con la  formalità del matrimonio,  dopo un rapido divorzio, non si vedranno mai più. Gli accertamenti dei funzionari dell'ufficio immigrazione, che mirano a verificare se si tratti solo di un matrimonio di facciata, li costringono, invece, a ritrovarsi e a trascorrere insieme un fine settimana, al termine del quale, dopo aver litigato e duellato, dopo essersi studiati  e, infine, capiti, scoprono che  - pur essendo così diversi -  non possono stare l'uno senza l'altra ( .....ti scriverò tutti i giorni  e le lettere diranno tutte la stessa cosa "quando arrivi, chérie?")
Bellissima lei, lui così bravo da far dimenticare quanto non è bello, suggestiva la fotografia, per me perfetta la colonna sonora che mescola Mozart e Enya, divertenti le situazioni (l'anziana vicina di casa in ascensore, la cena a casa dell'amica durante la quale George suona una sua rumorissima composizione e conclude dicendo "non è Mozart",  il portiere curioso......).
E' un film che, pur non inventando nulla di nuovo, ha in sè garbo e ironia, sentimento e risate: lo rivedo (e riascolto) sempre con piacere, magari con una fetta di questa torta,  nella quale la solida consistenza  della pasta, semplice e poco dolce,  si incontra con la morbidezza delle prugne, appena asprigne, e il tocco della cannella armonizza i due sapori.

Nota a piè di pagina n. 1: ho gustato per la prima volta questa torta durante una delle mie vacanze in Alto Adige, come mernda in un freddo giorno estivo di pioggia; la pasta era diversa e non sono stata capace di capire come fosse fatta; in un libretto intitolato "Torte e dolci del Nord"  di Claudia Bonitz Begalli  - Gaia Libri e Cose Srl, ho trovato questa versione con la pasta lievitata, che io - dopo qualche esperimento - ho adattato nelle dosi riportate sopra.  

Nota a  piè di pagina n. 2 : Non pensate però che mio marito assomigli a Depardieu per stazza o  per un passato avventuroso quanto quello di George Faure  e  non illudetevi che  io in qualche modo ricordi Andie McDowell.