sabato 25 agosto 2012

Con le finestre aperte

Sta iniziando a piovere... stanotte dormiremo con le imposte chiuse e senza la consueta invasione di animaletti alati di ogni specie che , in questa torrida estate, ci hanno fatto visita ogni sera.
Dovrei dotarmi di zanzariere, anche se  le zanzare, forse perchè  non abitiamo sulla riva, mancano all'appello tra i visitatori, almeno in casa (non nell'orto), oppure dovrei rassegnarmi a spegnere ogni luce alla sera, ma non riesco a rinunciare al piacere della lettura prima di dormire, per cui sto con l'abat-jour accesa e le finestre aperte e alla mattina raccolgo  i caduti nelle incursioni notturne.
Delicati insetti verde mela (le famose effimere?) si posano sulle pareti e lì rimangono secche nel senso letterale del termine mentre piccole cretature alate corazzate, di forma lanceolata, mirano ogni fonte luminosa, compreso lo schermo del pc nella penombra della stanza, e si schiantano come piloti kamikaze; le coccinelle  che fino all’anno scorso erano una rarità si inseguono senza sosta come piccole auto da corsa intorno alla rosetta del lampadario che hanno preso per il loro personale circuito (l’altra sera erano in sei a sfidarsi ...)
La Pulce teme le falene che, francamente, così marroncine e pelose, non hanno grande fascino, specie poi se si infilano nel paralume e sbattono impazzite.
Mio marito ha dovuto chiedere rinforzi (ditta di disinfestazioni) per fronteggiare i calabroni, dei quali ha scoperto un nido  più grosso di un pallone da calcio in solaio, dove era salito per appendere i mazzi di lavanda ad essiccare.
In cucina invece io combatto la mia guerra personale con le odiose farfalline:  pasta, riso, farina, biscotti, semi vari che utilizzo per arricchire  il pane .. tutto è chiuso ermeticamente in contenitori di vetro, di ceramica, di plastica e loro ugualmente  sono cresciute e moltiplicate, fino a che ieri mattina  ho scoperto che la loro culla era  il mangime del canarino,  la cui cui confezione, per quanto teutonica, non è risultata a prova di camola ....
La pioggia che per ora continua a cadere non sembra il diluvio preannunciato; è  una pioggia quieta, quella di cui ha bisogno l'orto: il caldo e la siccità di questo ultimo mese hanno reso scarsa la produzione dell'orto, perchè innaffiare non è sufficiente e – come dice la nonna – serve l’acqua del cielo: le zucchine  sono poche, le melanzane non si gonfiano, i cetrioli non si sono visti, i cavolini di Bruxelles stentano. Maturano bene solo i pomodori e fioriscono senza tregua  i girasoli  che, a dispetto di quanto ci aveva assicurato chi ci ha venduto la bustina di semi , hanno raggiunto altezze  vertiginose;  resistono   le erbe aromatiche che, qua e là fanno anche qualche fiore delicato e profumano i piatti estivi, le verdure grigliate e questa ricotta casalinga che mi sono trovata a preparare per non buttare il latte, scaduto senza che me ne accorgessi.


INGREDIENTI

 1 litro di latte (scaduto ma non già cagliato)
 2 cucchiai di aceto (bianco o aceto di mele)
 un pizzico di sale
 erbe aromatiche fresche tritate (timo, origano,  basilico....)



  
PROCEDIMENTO

 Mettere a scaldare  il latte in una pentola con un pizzico di sale; un attimo prima che sia arrivato ad ebollizione versare  nel latte un paio di cucchiai di aceto (io ho usato l'aceto di mele); quando si formano i primi grumi togliere la pentola dal fuoco, mescolare, aggiungere le erbe aromatiche, lasciar riposare un attimo e poi con la schiumarola raccogliere tutto il "formaggino" che si è formato, mettendolo in un colino rivestito con garza o con un tovagliolo a trama  fitta, appoggiato su una ciotola  e lasciar colare il siero. Schiacciare un po' per avere un formaggio più compatto.

Nota a piè di pagina n. 1: Anche questa è più uno scherzo che una ricetta; io ho seguito - più o meno a memoria - la procedura usata mia madre e che in un'altra calda estate - quella del 1994 - in cui lei era lontana da casa per la malattia del nonno  e  io alle prime esperienze  serie in cucina con i miei fratelli -  avevo utilizzato per smaltire il latte che  si era accumulato nel frigorifero, ma altre ricette - tutte ugualmente semplici -  si trovano su vari blog.

Nota a piè di pagina n. 2: niente erba cipollina in questa ricotta, invasa dagli afidi che non sono riuscita a debellare con rimedi ecologici.

Nota a piè di pagina n. 3: e voi che cosa ne fate del latte scaduto? o siete tutte così attente che non vi scade mai?

Nota a piè di pagina n. 4: un grazie a Gaia che con il suo commento mi ha permesso di precisare che il latte scaduto non deve essere già cagliato!









lunedì 13 agosto 2012

Ferie d'agosto


Mio fratello, il terzo figlio, l’unico maschio dopo due femmine, affettuosamente chiamato il Principe,  ha dedicato le ferie di quest’anno al viaggio di nozze che l’anno scorso era stato - per vari  motivi - rinviato: lui e   la mia giovane cognata  sono sbarcati a New York per un viaggio coast to coast.....
Io che quest’anno, per motivi organizzativi, familiari, lavorativi e di "sobrietà", mi sono accontentata di una manciata di giorni di mare  e  di un pizzico di giornate  con vista sulle Dolomiti, li seguo con la mappa degli States appesa sul frigorifero: sms e mail di mia cognata da sperduti motel nel New Mexico o da sontuosi (ma un po’ pacchiani) B&B in stile "Via col vento",  mi aprono una finestra  sulla  Grande Mela e New Orleans, il Texas e lo Utah, i grandi parchi e il Grand Canyon, Las Vegas  e San Francisco..........
E così, in questa lunga estate calda, mentre figlio e marito – che può stare in ferie solo ad agosto - pigramente si godono la spiaggia del lago e i cuginetti, io prendo il fresco in ufficio, continuo a tichettare sulla tastiera del pc, irritata con me stessa perchè ancora un volta ho dimenticato l’ammonimento della nonna paterna  - “se ti facin te ghaverè vergogna ti buchin te patiserè la fam” - e mi sono trovata anche quest’anno a farmi mille scrupoli e  a cedere il passo  (e le settimane di agosto) alla collega con più figli, a quella giovane e bella con un nuovo fidanzato con cui trascorrere la prima estate d'amore, a  quella con meno responsabilità d'ufficio.....
Per consolarmi, mentre vado al lavoro in un orario in cui ancora la strada non è invasa dai turisti che parcheggiano in ogni rientranza e trasformano una strada già stretta in un budello ancora più stretto nel quale è difficile far manovra, dai bagnanti che passeggiano in coppia incuranti delle auto o si scambiano appassionati baci con lo sfondo del lago, senza accorgersi del pullman in arrivo che quasi schiaccia loro i piedi,  sogno anch’io lunghe settimane di vacanze, come quelle del Principe, alla scoperta di nuovi paesaggi,  o magari solo per godermi il nido, aprire la casa agli amici, indugiare in cucina e sedermi , finalmente, sul terrazzo di casa con il ricamo o con un libro in  mano, senza sentire il ferro da stiro e lo straccio della polvere che mi chiamano,  e gustare lentamente questa


COMPOSTA DI SUSINE 


INGREDIENTI
1 kg di susine
300 grammi di zucchero
 panna fresca ( o yogurt naturale  )
cannella

PROCEDIMENTO

In una casseruola  (non antiaderente) mettere 200 grammi di zucchero, bagnarlo con mezzo bicchiere di acqua e  cuocerlo a calore moderato fino caramellare; quando il caramello è diventato bruno dorato togliere la pentola dal fuoco, e muoverla in modo tale da far scorrere il caramello sulle pareti del recipiente e lasciarlo quindi raffreddare.
Aggiungere le susine e lo zucchero avanzato e  cuocere a fuoco basso, mescolando spesso, in mdo tale che la composta si inspessisca senza attaccarsi al fondo. Quando la composta  è pronta (un'oretta abbondante di cottura ci vuole), passarla con il frullatore a immersione e lasciarla raffreddare.
Servirla  fredda, ma non gelata.
La ricetta suggerisce di accompagnarla  con panna fresca (non montata), un pizzico di cannella e crostini di pane dorati nel burro: gustata così è spettacolare, ma se non volete compromettere la linea oltre misura, potete accompagnarla - come faccio io - con yogurt bianco, più o meno acido a seconda dei gusti ed omettendo   - ahimè - i crostini.....


Nota a piè di pagina n. 1: la ricetta è  in un vecchissimo ricettario della mia nonna paterna, dove è denominata "Susine alla danese"  e dove si dice semplicemente di "fare una composta di susine" ..... La mia mamma aveva attinto (ed adattato) procedura e  dosi per la composta da un altro ricettario dove si parlava in realtà di composta di mele. Un consiglio: non eccedete con lo zucchero.

Nota a piè di pagina n. 2: le susine che ho usato io sono le prugne dell'albero dietro casa (è sempre aperta la diatriba sul fatto che susine e prugne siano lo stesso frutto oppure frutti diversi : Lolle, chiedo lumi.....)

Nota a piè di pagina n. 3: organizzare i turni di ferie tra donne è impresa snervante..... comunque a ben riflettere - a parte il viaggio di nozze e la maternità - le mie assenze dal lavoro prolungati oltre i dieci giorni sono state stop forzati e ben poco piacevoli .... per cui, meglio che io vada  al lavoro e che tutto scorra tranquillo (tanto la composta sono riuscita  a prepararla lo stesso, domenica mattina presto, e a gustarla adesso, davanti al pc, il ricamo procede piano piano in pausa pranzo e per la lettura c'è la tarda sera....)

Nota a piè di pagina n. 4:  non credo che sia necessaria ls traduzione del monito della mia nonna che incoraggia a non aver vergogna di far valere le proprie ragioni