mercoledì 25 luglio 2012

Paletta e secchiello

Se qualcuna di voi ha visto il film “Un incantevole aprile” (o ha letto il libro) capirà subito quale è la mia idea di “mare”;  invece la scorsa settimana mi sono trovata tra sabbia e ombrelloni, per le vacanze della Pulce , con  tutto  l’armamentario di secchiello e paletta, biglie e macchinine, palla  e racchette....
Non c'era un mare blu nè una natura rigogliosa, nè profumo di fiori e di erbe aromatiche, non ho potuto contemplare paesaggi incantevoli, ma  ho riso  dei neologismi pulceschi ("fozzoli”  sta per onde forti e odore di "aniccio" sta per puzza di pattumiera),  ho saltato i precitati fozzoli, ho ascoltato i discorsi della Pulce che sta diventando un omino capace di stupirci con giudizi e riflessioni, ho disegnato navi, ho letto storie e cercato conchiglie, ho  scoperto su imponenti bagnanti campionari di tatuaggi che uno scaricatore di porto in confronto ha la pelle di un neonato,  ho rivalutato  le mie dimensioni, dopo aver considerato che il mio costume  - inutile dire  intero e  nero -  sarebbe servito a coprire, si fa per dire, una ben  piccola parte della giunonica straniera che prendeva il sole qualche ombrellone più in là....
In attesa che arrivino anche le vacanze mie e del signor Darcy, quelle nel posto magico, quelle durante le quali gli occhi e il cuore si riempiono veramente di meraviglie,  mi consolo con le meraviglie che mia suocera ci ha fatto trovare in cucina al nostro ritorno.
 
Pasta con crema di caprino e fiori di zucca

Ingredienti
(per due persone)

4 zucchine piccole
una decina di fiori di zucca
100 grammi di caprino fresco
erba cipollina
olio extravergine
sale
pasta
 
Procedimento
Lavare le zucchine, spuntarle, tagliarle a rondelle sottili e farle saltare in padella con un po' di olio; pulire i fiori di zucca, dopo averli privati del pistillo; tagliarli a striscioline, unirli alle zucchine e cuocerli  rapidamente.
In una ciotolina schiacciare il caprino e stemperarlo con un po' di acqua di cottura della pasta o con poco latte, aggiungere l'erba cipollina tagliuzzata abbastanza fine e amalgamare bene.

Far cuocere la pasta, scolarla e passarla nella padella con le zucchine e i fiori di zucca, condire con la crema di caprino e completare con un po' di erba cipollina.
 



Nota a piè di pagina n. 1: Come dite? Non c’è solo la spiaggia nostrana di sabbia e ombrelloni? E sì, lo sappiamo solo che  - per ora – dobbiamo essere a non più di mezza giornata da casa, senza mari ( o cieli) in mezzo, con soluzioni economicamente abbordabili, ma il mio sogno rimane un "incantevole luglio".....

Nota a piè di pagina n. 2: la ricetta, che il vantaggio fondamentale di essere rapida e per questo è uno dei pezzi forti del mio repertorio estivo,  è liberamente ispirata a quella pubblicata su un vecchio numero di "Sale e Pepe", nella quale però i fiori di zucca sono fritti in abbondante olio ed il caprino è stemperato con la panna; io ho sempre preparato la versione light per potermi permettere - sia pure con qualche titubanza - il costume, anche se nero e intero....

mercoledì 11 luglio 2012

Ingredienti



Prendere, in un sabato pomeriggio di inizio estate, due sorelle, una bionda, l’altra mora, una che con pochi tratti di matita sa far divertire i bambini e l'altra che con pochi ingredienti si diverte in cucina,  che una volta si beccavamo in continuazione e che adesso – forse perchè abitano a distanza di sicurezza – stanno bene insieme e vanno d’accordo, pur continuando a litigare di tanto in tanto perchè sono entrambe fumantine, perchè  una è spavalda e l’altra timorosa, una capace di cogliere l’attimo e l’altra in perenne lotta con il senso del dovere, aggiungere  i rispettivi mariti, che - per il gioco degli opposti - sono l’uno moro e l’altro biondo,  entrambi capaci di mitigare gli eccessi delle mogli, mescolare con quattro bambini di età compresa tra  quasi cinque anni e  quasi due mesi, unire un nonno (padre delle due sorelle) che una volta invitava le sue figlie a trovare marito il più lontano possibile e che adesso si sdiliquisce per i quattro nipotini, servire su un grande prato di un ancora più grande giardino della villa dei suoceri della sorella bionda, decorare con lanternine quando il sole tramonta e gustare con una pasta al pesce spada sfiziosa e profumata e  con una fresca cheese cake al cioccolato bianco e lamponi.

INGREDIENTI

per la base
200  grammi di  biscotti secchi
80 grammi di burro
2 cucchiaini di cacao amaro

per la crema
500 grammi di ricotta
2 uova
200  grammi di cioccolato bianco
1 cucchio di farina bianca (o di fecola)
3 cucchiai di liquore all'arancia
1  arancia

per la copertura
300 grammi di lamponi
( o di fragole o misto)
1 cucchiaio di zucchero

PROCEDIMENTO

Tritare i biscotti (io uso il tritatutto) e impastarli con il burro a temperatura ambiente e con il cacao amaro. Stendere il composto in un una tortiera con il fondo mobile, rivestita di carta da forno, e livellarlo bene.
Sbattere la ricotta con lo zucchero e  la scorza grattuggiata dell'arancia e  aggiungere le uova; far sciogliere adagio il cioccolato bianco e aggiungerlo alla crema di ricotta, unendo la farina bianca e il liquore all'arancia. Versare la crema sulla base di biscotti e infornare a 180° per un'oretta circa (la crema si deve rassodare). Lasciar raffreddare la torta.
Nel frattempo pulire i lamponi o le fragole (o entrambi, come ho fatto io) e farli cuocere per pochi minuti con poco zucchero. Lasciarli raffreddare e conservarli in frigorifero. 
Prima di servire decorare la torta con la frutta: viene  bella come quella fotografata sul ricettario, fidatevi. anche semanca la prova fotografica!

Nota a piè di pagina n. 1: dei quattro bambini tre sono della sorella bionda, diventata mamma per la terza volta a maggio e uno della sorella mora che si è rassegnata ormai all'idea del figlio unico

Nota a piè di pagina n. 2: non  tutti i pomeriggi in famiglia scivolano via senza problemi, perchè a volte i cuginetti si accapigliano, il nonno perde la pazienza e le sorelle si beccano, ma  ogni tanto capitano giornate così, da incorniciare e da ricordare.

Nota a piè di pagina n. 3: qualche altro ingrediente: un pizzico di malinconia per chi avrebbe pouto esserci e non c'è, qualche granello di pettegolezzo femminile tra le pentole, una spolverata di pasticci in cucina, una manciata di frivolezze,  qualche bacio ....

Nota a piè di pagina n. 4: niente di più della normale e banalissima cheese cake che preparo spesso in estate; l'unica particolarità è l'aggiunta del cioccolato bianco e dell'aroma dell'arancia nella crema che risulta più compatta e profumata.

Nota a piè di pagina n. 5: vorrei dirvi che i lamponi erano del nostro orto, ma le mie bugie hanno sempre le gambe cortissime: erano due vaschette del supermercato e di 300 grammi ne ho salvato un pugnetto scarso,  perchè quando sabato  ho aperto le confezioni i frutti erano coperti di muffa, motivo per cui la composta di frutta si è arricchita delle fragole.....




domenica 8 luglio 2012

Cielo d'estate



Vedere il Cielo d'Estate
È Poesia, anche se mai in un Libro costretta -
Le vere Poesie fuggono –

Emily Dickinson

martedì 3 luglio 2012

Magie di inzio estate


Quest’anno, oltre che dalla Barca di San Pietro, che conserva per me il suo fascino misterioso, mi sono fatta incantare da un altro  rito di inizio estate, la preparazione del "nocino", che poco ha a che vedere con i luoghi in cui abito, ma che  - in modo abbastanza bizzarro - mio ricorda mia madre. Non che lei lo preparasse o che questo  liquore casalingo fosse diffuso in casa nostra (credo di averlo assaggiato una sola volta), ma perchè lei raccontava che - mentre era impegnata nella preparazione di un concorso insieme alla sua  migliore amica  -  la madre di quest'ultima, di origini modenesi, offriva alle due ragazze, un bicchierino di nocino casalingo "per tenersi su"  durante lo studio..... Merito del nocino o no, sta di fatto che il concorso  era stato poi brillantemente superato .
La ricetta che da qualche tempo ballava sul tavolo della cucina prevede che le noci, ancora verdi e coperte dal mallo, nel numero di 33  - “i ann del Signur” – debbano essere raccolte la notte di san Giovanni, da una donna scalza.
Gli ingredienti erano tutti a portata di mano: il noce è dietro casa, l’alcool è avanzato dalla preparazione del limoncello, il tempo sufficientemente caldo per andarsene in giro scalzi....
Il primo problema si è presentato con l’orario della raccolta delle noci: tornati a casa  poco prima della  mezzanotte del 23 giugno, dopo una torrida giornata tra le colline tortonesi, l’ultimo dei miei desideri era andare a cercare le noci, anche perchè la notte è  buia e i lampioni  della strada non arrivano ad illuminare fino al noce.
Rinviata la raccolta al giorno successivo, 24 giugno, si è posto il secondo problema, viste le condizioni del prato:

addentrarmi scalza in mezzo all’erba e alle ortiche non mi è sembrato il caso e ho ripiegato su un paio di più adeguate calzature.
Nel la mia mente  infine il noce stava ben piazzato nel prato: in realtà è sul limite di una balza (o bruga se siete lombardi)  e  cogliere i frutti era cosa al di là delle mie possibilità: in bilico sulla proda sono riuscita a tirare verso di me qualche ramo più basso sotto lo sguardo piuttosto perplesso della Pulce, dopo di che mi sono arresa al saggio consiglio di mio marito che, armato di rastrello, arpionava i rami  offrendomi comodamente i le noci.


Questa comunque è la ricetta che ho trovato e che ho seguito.

INGREDIENTI
(io dimezzato le dosi)

1 litro di alcool  a 95°
33 noci  verdi
una stecca di cannella
3 chiodi di garofano
la scorza di  mezzo limone
400 grammi di zucchero
400 grammi di acqua


PROCEDIMENTO

Versare l'alcool in un recipiente di vetro ad imboccatura larga. Pulire le noci e tagliare in quattro spicchi  oppure  pestarle leggermente in un mortaio (io non ho il mortaio, quindi mi sono arrangiata con il pestacarne) ed immergerle nell'alcool, aggiungendo la buccia del limone, tagliata a striscioline, la stecca di cannella e i chiodi di garofano.
Chiudere il recipiente e far macerare  il tutto per 30 giorni,  in un luogo esposto al sole, agitando di tanto in tanto.
Trascorsi i 30 giorni filtrare il liquido, utilizzando un colino a maglia fitta rivestito da una tela; separare il mallo dalle noci e spremerle ulteriormente; filtrare anche questo liquido e aggiungere a quello già ottenuto. In una pentola versare l'acqua e lo zucchero, portare ad ebollizione fino a che lo  zucchero è sciolto, ottenendo uno sciroppo che, una volta raffreddato va mescolato  con  il liquido ottenuto dalla macerazione delle noci nell'alcool.  Versare in  bottiglie scure e far riposare per un paio di mesi.

Io sono arrivata alla fase della macerazione delle noci: speriamo che, come è arrivata a vele spiegate la barca di San Pietro, anche il Nocino di san Giovanni dia buon risultato. Vi farò sapere ......

 Nota a piè di pagina n. 1: il limoncello, preparato più che altro per gioco, come del resto questo nocino, ha dato un ottimo risultato, apprezzato da mia cognata (giudice attendibile in quanto sua madre è un'esperta) e - con nostro grande divertimento -  da un'anziana zia che - dopo il pranzo di Pasqua - ne ha gustato deliziata un bicchierino, commentando che "andava giù come un rosolio..."

Nota piè di pagina n. 2: aspetto consigli, trucchi e suggerimenti  dalle  blogger modenesi esperte di nocino
....

Nota a piè di pagina n. 3: esperimento fallito....questo nocino si è rivelato imbevibile; mi è stato suggerito - nel caso io volessi riprovare, di verificare accuratamente che le noci siano perfette non solo esternmamente, ma anche all'interno (cosa che io - invece - ho dato per scontata). O forse non è venuto bene perchè non mi sono avventurata scalza nel prato?
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