giovedì 21 luglio 2011

Album di nozze

Nello scorso fine settimana  non ho avuto occasione di mettermi ai fornelli, nonostante le buone intenzioni, e non per le temperature tropicali di cui si è sentito parlare (in realtà sabato mattina a mezzogiorno si raggiungevano a malapena i 18°, domenica  pioggia tutto il giorno....), ma perchè ho fatto male i miei conti, pensando che i preparativi per  matrimonio di mio fratello (sabato pomeriggio) mi avrebbero preso meno tempo. Intendiamoci bene: a dispetto di chi, pur facendomi i complimenti, mi ha “compianto” per il ..... carico di lavoro, io mi sono divertita e per fortuna  ci sono queste occasioni per pensare a qualcosa di bello e per “perdere tempo” da dedicare a fondamentali frivolezze come gli  accostamenti di colori, la scelta di un nastro o la confezione di un “cartoccino” porta riso, anche se tutto va incastrato tra l’ufficio, le esigenze della Pulce e un minimo di faccende domestiche.



Agli sposi, però, sono riuscita a dedicare un dolce veloce che mi trasporta indietro nel tempo, fino al 19 agosto 1940, quando, al mattino presto, in un altare laterale del Duomo di una piccola città veneta, si sono sposati i miei nonni materni: la sposa indossava un abito a fiori e un “soprabito “ (ad agosto !!) grigio perla.
Viaggio di nozze in treno fino a Milano (dove lui aveva trovato lavoro), per prendere possesso dell’appartamento che lui aveva trovato e che lei non aveva mai visto (aveva aiutato ad arredarlo la bisnonna) ; viaggio ovviamente in piedi, con la sposa che brandiva il suo bouquet di fiori e lo sposo che portava una valigia “piena de feri” (leggi attrezzi) e una scatola preparata dalle zie zitelle, contenente generi di prima necessità, tra cui le candele, risultate poi  indispensabili perchè la sposina aveva appena fatto in tempo ad ammirare la sua nuova casa che fu costretta a scendere in rifugio per  uno dei primi bombardamenti degli Alleati.
Di quel matrimonio non rimane nessun ricordo fotografico, ma  innumerevoli volte abbiamo sentito decantare il dolce del piccolo rinfresco che la mamma della sposa aveva allestito,  il  ...

 “Latte di Paradiso”
dose per 4 persone

  • crema pasticcera con 4 rossi d'uovo, piuttosto morbida
  • rum
  • 20 amaretti di Saronno

Procedimento

Immergere gli amaretti nel rum e disporne quattro  sul fondo di ogni coppetta (per la versione "ubriaca" si può versare poi sugli amaretti un altro cucchiaio di rum). Nel frattempo prepapare la crema pasticcera  (non vale la pena di dare la ricetta, ma la crema deve essere piuttosto morbida) e, quando è  pronta, versarla ancora calda sugli amaretti imbevuti di liquore.
Decorare la superficie della crema con un altro amaretto. Lasciar raffreddare e servire freddo.
Dedicato a .... ovviamente agli sposi e ai miei nonni materni

Nota pie' di pagina: la leggenda della tradizione familiare racconta che la bisnonna abbia preparato questo dolce in tempo di guerra con i biscotti Mellin che, per lungo tempo, erano stati nascosti nell'armadio della biancheria e avevano preso l'inconfondibile aroma della canfora....



domenica 10 luglio 2011

Voglia di .....mare

Ieri, a dispetto delle previsioni che minacciavano, per questo fine settimana, temperature torride e afa insopportabile, qui era una giornata perfetta di cielo limpido e terso con temperature che - nelle prime ore del giorno - suggerivano, più che i tropici, una di quelle mattine al mare, dopo un temporale notturno.
E di mare noi abbiamo voglia: Lui per riposare e leggere, la Pulce per giocare con l'acqua e io.... io per poter guardare lontano. Non desidero la spiaggia, la sabbia, i bagni e le abbronzature, ma l'orizzonte senza ostacoli, il colore del mare, il profumo; vorrei una casa in mezzo agli ulivi, a metà collina, con un grande terrazzo da cui si vede il mare; non scenderei nemmeno a toccarlo il mare: mi basterebbe vederlo.
Ma, quest'anno, niente  .... però abbiamo il terrazzo, gli ulivi  e, là sotto, il lago.... e ieri sera avevamo almeno a tavola,  profumo e sapore di mare.

SEPPIE RIPIENE 
(liberissimo adattamento da Sale e pepe - Maggio 2010  "Calamari ripieni agli aromi e riso bianco")
Ingredienti
  • 6 seppie piccole già pulite
  • 60 grammi di mollica di pane
  • 3 acciughe (sarebbero sotto sale, ma io le avevo solo sott'olio)
  • una cucchiaiata di capperi sotto sale (questi li avevo)
  • prezzemolo
  • timo
  • 1 rosso d'uovo
  • 60 grammi di grana grattuggiato
  • 10 pomodorini
  • una cucchiaiata di olive taggiasche
  • 1 spicchio di aglio
  • sale
  • olio
  • vino bianco

Procedimento


In una padella far sciogliere le acciughe adagio con un paio di cucchiai di olio; aggiungere prezzemolo e timo; unire il pane tagliato a cubetti  e far rosolare; bagnare con il vino bianco e cuocere pochi minuti. Lasciar raffreddare e versare in una ciotola; aggiungere il tuorlo e il formaggio grattuggiato (se si vuole un sapore più deciso, si può fare metà grana e metà pecorino); aggiustare di sale e mescolare bene.
Sciacquare e asciugare le seppie e riempirle con il ripieno, chiudendole con uno stuzzicandenti.
Lavare i pomodorini e tagliarli a metà se piccoli, in quarti se più grossi e farli rosolare a fuoco vivo con 2 cucchiai d'olio, l'aglio e il timo; bagnare con il vino bianco, aggiungere un pizzico di sale, le olive e le seppie; cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti, bagnando con un po' di brodo vegetale.
Servire le seppie calde, accompagnando con pane pianco (la temperatura ieri consentiva di accendere il forno, quindi il pane era di produzione casalinga) e con un buon vino bianco fresco.

Nota:
Liberissimo adattamento perchè la ricetta originale parla di calamari ripieni e non di seppie; nel ripieno vengono aggiunti i tentacoli che le mie seppie non avevano più e  il tutto viene servito con del riso bollito, come piatto unico.

Previsioni:
A dispetto delle previsioni, qui già minaccia un altro temporale... quest'anno niente di quello che era previsto si avvera.